ATTUALITÀ – PREVENZIONE A TAVOLA CON LA CARNE ROSSA

Non esageriamo con la carne rossa

Un consumo eccessivo può facilitare l’insorgenza di diabete di tipo 2, come dimostra un’ampia indagine svolta negli Stati Uniti. Meglio moderarne le quantità e la frequenza. E lo stesso vale per salsicce e hot dog. 

La prevenzione del diabete di tipo 2 è, oggi, un obiettivo prioritario della sanità pubblica. Poiché, fra gli elementi determinanti la comparsa di questa forma patologica, un ruolo primario viene attribuito, a ragione, alla adozione di modelli nutrizionali non corretti, molta attenzione viene rivolta al potere diabetogeno o, viceversa, protettivo dei vari alimenti. In questo ambito si colloca uno studio che ha confermato il rapporto, già sospettato da tempo, fra consumo di carne rossa e insorgenza del diabete (Pan A et al. Changes in red meat consumption and subsequent risk of type 2 diabetes mellitus: three cohorts of US men and women. Jama Intern Med 2013:1-8).

Lo studio ha raccolto i dati di tre studi prospettici: il Health professionals follow-up study, il Nurses’ health study e il Nurses’ health study II, comprendenti approssimativamente 150.000 soggetti con un follow up di circa 20 anni. Il consumo di carne rossa (carne non lavorata di vitello, maiale o agnello e carne lavorata come salsiccia, hot dog e bacon) è stato valutato individualmente, ogni 4 anni, attraverso la compilazione di appositi questionari. Nei soggetti che, a una prima rilevazione, avevano mostrato un incremento del consumo di carne rossa di almeno mezza porzione al giorno rispetto a quella registrata 4 anni prima, è stato rilevato un incremento del 48% della incidenza di diabete di tipo 2. Inoltre, l’uso di carne lavorata è risultato essere associato a un rischio maggiore rispetto alla carne non lavorata.

Al contrario, la riduzione del consumo di carne rossa della stessa entità (mezza porzione) è risultata essere associata a una riduzione del rischio di sviluppare diabete, ma solo nell’ordine del 14% e in un tempo più lungo fino a 12-16 anni.

Si ritiene che gli effetti negativi della carne rossa siano dovuti al suo maggior contenuto di grassi totali e di grassi saturi. È perciò consigliabile farne un uso moderato, dando la preferenza al consumo di pollame o di pesce.

I benefici della vitamina D 

Al difetto di vitamina D è stato attribuito un ruolo nella insorgenza della resistenza insulinica e quindi nella genesi del diabete di tipo 2 (si può consultare in materia il dossier medico pubblicato su Tuttodiabete 3/2011). Il tema è stato anche alla base dello studio di Al-Daghri e altri (Al-Daghri NM et al. Vitamin D supplementation as an adjuvant therapy for patients with T2DM. An 18-months prospective interventional study Cardiovasc Diabetol. 2012;11 – 85), che hanno indagato gli effetti di un supplemento di 2000 UI di vitamina D3 somministrato giornalmente a un gruppo di 120 diabetici di tipo 2 adulti sauditi nell’arco di 18 mesi. Al termine del periodo di trattamento, è stata rilevata una riduzione significativa del colesterolo totale e Ldl e, soprattutto, un miglioramento significativo sia della resistenza insulinica sia della capacità secretiva delle cellule beta valutate mediante il metodo Homa. L’aggiunta di vitamina D è stata quindi in grado di migliorare in diabetici di tipo 2 alcuni parametri di rischio cardiovascolare e la funzione insulare.

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