Vita sana contro il diabete gestazionale

 

pregnant-244662_1280Uno stile di vita sano aiuta a ridurre il rischio di sviluppare il diabete gestazionale, ossia quello che colpisce le donne in gravidanza. Si tratta di un nuovo elemento positivo, da aggiungere alla lista dei benefici di una vita sana. Coloro che scelgono di abbandonare cattive abitudini fisiche e alimentari a favore di una vita orientata alla cura di sé stessi ci guadagnano. Una ricerca pubblicata sulla rivista British Medical Journal dimostra questo nuovo “benefit”analizzando i dati ricavati da un campione di 14.437 donne che hanno partecipato al Nurses ‘Health Study II, dal 1989-2001. Le caratteristiche di uno stile corretto, non ci si stanca di ripeterlo, sono quelle classiche: un occhio di riguardo all’alimentazione, preferendo frutta, verdura, cibi non raffinati, carboidrati integrali, acqua invece delle bibite gassate e zuccherate, ma scegliendo anche noci, legumi, e alimenti con omega-3, eliminando zucchero, carni rosse in eccesso, sale e grassi. Ma non basta: ci vuole anche esercizio fisico e assenza di vizi, come fumo e alcol, sia in gravidanza ovviamente, ma anche nel periodo precedente. Le donne con tutti e quattro i fattori di stile di vita sano, prima di rimanere incinte, erano meno a rischio di sviluppare il diabete gestazionale. Il 41% in meno di rischio caratterizza invece le donne non fumatrici che svolgono un’attività fisica di almeno 150 minuti a settimana e che attuano una dieta sana. Anche il peso prima della gravidanza ha un suo ruolo: sovrappeso e obesità influiscono non poco nell’insorgenza del diabete e addirittura sembra che anche le fasce alte del BMI  “normopeso” (23-25) sono a rischio. Gli autori infine pensano che le sollecitazioni sul metabolismo di una donna nel terzo trimestre di gravidanza possono “smascherare” le debolezze nella capacità di un individuo di elaborare lo zucchero nel sangue, quindi tutto ciò che predispone una donna al diabete prima della gravidanza – come essere in sovrappeso – la renderebbe più vulnerabile.

Eleonora M. Viganò

Fonte: MediciItalia