Diabete sommerso: la sfida delle immersioni subacquee

 

Anche quest’anno, il 19 settembre scorso, l’associazione Diabete Sommerso ha voluto dare voce a un argomento di nicchia nel campo del diabete, ossia la possibilità di poter praticare immersioni anche quando si ha il diabete con cui condividere questa passione. Si tratta di una di quelle discipline a lungo sconsigliate dai medici, addirittura vietate in alcuni casi.

Ancora una volta, però, la medicina ha saputo fare i progressi necessari per consentire un cambio di rotta. Il divieto infatti non era casuale o eccessivamente protettivo, e nemmeno dettato solo da scarse conoscenze sui pericoli reali della pratica dell’immersione con diabete. In realtà era un problema di terapia.

Quando i farmaci a disposizione erano solo orali e basati su insulina umana, era molto più facile incorrere in crisi ipoglicemiche: pericolose di per sé e ancora più in immersione. La sfida negli anni è stata vinta, sia dal punto di vista terapeutico sia in termini di studi scientifici che confermano la possibilità di praticare immersioni anche con diabete. Le incretine e gli analoghi ricombinanti delle insuline umane, insieme ai nuovi glucometri hanno permesso di riconsiderare i limiti e di capire che anche la persona con diabete, istruita e formata in modo idoneo, è in grado di praticare in sicurezza le immersioni.

All’Hotel di Reggio Calabria l’Associazione Diabete Sommerso, presieduta da Laura Cingoli ha fatto conoscere i passi compiuti grazie alla presentazione di due relazioni scientifiche a cura della dottoressa Mirto e Cannizzaro e al racconto dell’esperienza  maturata all’interno dell’Associazione Diabete Sommerso. L’Associazione, infatti, si propone di avvicinare alla pratica delle immersioni subacquee con autorespiratore persone con Diabete di tipo 1.

Come dicevamo, l’argomento è di nicchia, particolare e affascinante, ma allo stesso tempo anche molto utile per tutti perché permette di approfondire alcuni aspetti della gestione terapeutica non sempre affrontati e di capire quindi come approcciarsi alla terapia in casi complessi, che possono estendersi al di là della pratica subacquea. L’evento è stato arricchito anche da una prova pratica: un tuffo che sia di buon auspicio affinché ci siano sempre meno divieti e meno pregiudizi in modo che chi ha il diabete possa davvero vivere una vita del tutto normale. Senza farsi mancare nulla.

Fonte: strilli.it