Diabete di tipo 2: le poesie che lottano contro le ingiustizie sociali

 

Il diabete di tipo 2 è in ascesa in tutto il mondo occidentale tanto che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità rappresenta un rilevante problema di salute pubblica. A fare la differenza sono i cosiddetti determinanti sociali della salute. Che cosa si intende con questo termine?

Sappiamo che la salute non è esclusivamente un problema individuale legato a fattori genetici e biologici immodificabili. La salute è fatta anche dalle scelte, dai comportamenti e dagli stili di vita individuali. Tuttavia, sarebbe altrettanto ingenuo e semplicistico scaricare tutte le “colpe” sul singolo individuo, decontestualizzato dalla società, dalla cultura, dalla possibilità di accesso non solo alle cure ma anche a uno stile di vita sano. La dimensione biologica quella psicologica e quella sociale della salute vanno considerate come elementi di un unico sistema complesso.

Secondo il Rapporto Istat Il Diabete in Italia, “considerando le principali determinanti socio-demografiche che comportano un aumento del rischio di diabete emerge la forte associazione del diabete con lo svantaggio sociale. I gruppi sociali più colpiti dal diabete sono quelli più fragili, con un basso titolo di studio, risorse economiche scarse o insufficienti e spesso con una rete sociale debole o assente”.

Come si interviene su questi fattori di rischio?

The bigger picture: a San Francisco la vulnerabilità sociale si contrasta a colpi di poesia

 

Negli Stati Uniti le diseguaglianze sociali sono ancora più estreme e il diabete di tipo 2 rappresenta una vera e propria epidemia che colpisce i più giovani, con percentuali che negli ultimi anni sono triplicate tra i giovani nativi americani, raddoppiate tra gli afro-americani e aumentate tra il 25 e il 50% tra i giovani asiatici e ispanici. Ma proprio da questo contesto arriva un innovativo esempio di intervento educativo basato sull’arte: si chiama The bigger picture il progetto che coinvolge gli adolescenti utilizzando la poesia come arma per modificare l’ingiustizia sociale che favorisce la diffusione del diabete

Il progetto nasce a San Francisco dalla collaborazione tra il Center for Vulnerable Populations (CVP) dell’Università di San Francisco e Youth Speaks, un’organizzazione che promuove l’educazione e lo sviluppo sociale attraverso l’arte, invitando i giovani delle comunità a prendere la parola.

In cosa consiste il progetto The bigger picture? Durante una serie di laboratori post-scolastici i mentori di Youth Speaks insieme a esperti di comunicazione della salute e ai ragazzi discutono delle cause profonde del diabete di tipo 2, focalizzando il dibattito proprio sulle ingiustizie sociali: la diffusione delle catene di junk food nelle aree disagiate; il costo eccessivo di un’alimentazione sana e le difficoltà di accesso alle attività sportive; la povertà e lo stress di situazioni lavorative precarie e insufficienti ai bisogni.

Al termine dei laboratori i ragazzi scrivono dei testi poetici, in cui integrano quanto appreso con la loro esperienza. Alcune di queste poesie vengono trasformate in video-poesie, in cui recitano gli autori stessi, con i loro familiari e sullo sfondo del loro contesto di vita reale: scenari di povertà e spesso di degrado sociale.

Facendo appello a valori profondamente radicati negli adolescenti – la giustizia sociale, la resistenza alla manipolazione del marketing, il desiderio di proteggere i propri familiari, la volontà di essere attori di un cambiamento sociale concreto e di avere voce in capitolo – attraverso questa iniziativa il diabete diventa un tema di interesse nelle vite di questi giovani. Sono loro stessi a creare, con le loro video-poesie, la campagna educativa e di sensibilizzazione rivolta ai coetanei.

Dal 2011 il progetto ha visto nascere 27 video, che toccano diversi temi sociali e che sono stati visti da oltre 1 milione di utenti su Youtube e diffusi e discussi nelle scuole. E da San Francisco il progetto si è esteso a diverse aree della California.

Il valore della parola

L’obiettivo che si propone Youth Speaks con questo progetto è quello di “decostruire le narrazioni dominanti per raggiungere una cultura realmente inclusiva e attiva. I giovani possono prendere il controllo delle loro vite attraverso il linguaggio”.

Di chi sono le parole con cui viene raccontato il diabete? Sono le parole dei medici? Sono quelle delle grandi catene che producono junk food e bevande zuccherine? Sono le parole delle persone che ne soffrono? Sono le parole di chi vive in contesti di maggiore rischio e vulnerabilità?

Ciascuno di questi soggetti svilupperà un tipo di narrazione differente, che racconta un frammento di realtà, secondo un punto di vista personale e con obiettivi diversi.

Alcune di queste voci hanno più spazio, altre meno: anche questo è un fattore di ingiustizia sociale. Ciascuno per riappropriarsi della propria salute deve potersi riappropriare anche della parola: “Avere conoscenza, competenza e confidenza con le parole scritte e parlate è essenziale per l’empowerment personale”, sostiene Youth Speaks. Da qui l’idea di un progetto di educazione alla salute che utilizza la poesia, nella forma e nel linguaggio che appartiene agli adolescenti, per renderli soggetti attivi non solo nella prevenzione del diabete di tipo 2 ma anche promotori di un cambiamento dei fattori di rischio sociale.

Bibliografia
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