Un taglio agli zuccheri: la prevenzione del diabete di tipo 2 inizia a tavola

Come da sempre sottolinea la Società Italiana di Diabetologia (SID), una maggiore conoscenza di quanto zucchero è presente negli alimenti che portiamo in tavola, associata a una sua conseguente riduzione, è il primo passo per la prevenzione del diabete di tipo 2. Il diabete è una patologia che riguarda 3,5 milioni di persone solo in Italia e negli ultimi dieci anni si è assistito all’abbassamento dell’età d’esordio del diabete di tipo 2, aumentato di oltre il 50% per i giovani italiani nella fascia d’età 20-30 anni. Una delle cause principali di questa tendenza è da attribuirsi a peggiori abitudini alimentari e stili di vita scorretti, associati a un’attività fisica insufficiente.

Il primo passo per la prevenzione parte dalla tavola, riducendo quanto più possibile il consumo di zucchero, che è presente in eccesso nella dieta degli italiani. Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia si assumono circa 100 g al giorno di zuccheri semplici, pari al 20,7% delle calorie. Si tratta del doppio rispetto a quanto consigliato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), che raccomanda di non superare il 10% delle calorie quotidiane.

Una delle difficoltà maggiori è che spesso gli zuccheri aggiunti sono presenti in elevate quantità anche in prodotti “insospettabili”, che andrebbero invece eliminati o limitati. Attenzione a tisane, bevande energetiche, tè freddo, acque aromatizzate, integratori sportivi, succhi di frutta (che contengono anche gli zuccheri già naturalmente presenti nella frutta), oltre ovviamente agli alimenti tipicamente ricchi di zucchero, come merendine confezionate, barrette, salse, creme spalmabili, caramelle e marmellate.

Come si può ridurre il consumo di zucchero a tavola? Il primo passo fondamentale è imparare a leggere le etichette, per “smascherare” i prodotti che contengono zuccheri aggiunti, sciroppi o malti. Meglio poi preferire spuntini freschi a cibi elaborati e ridurre quanto più possibile gli alimenti preparati con farine raffinate (tipo 0 e 00), in favore delle farine integrali. Un altro consiglio utile è inserire in ogni pasto una porzione di verdure e ortaggi, per introdurre fibre alimentari, oltre a fonti proteiche di qualità, per migliorare i livelli di zucchero nel sangue post-prandiali e per farci sentire sazi senza il bisogno di consumare troppi carboidrati.

È proprio all’interno della “lotta contro lo zucchero” che si muove la proposta di introdurre anche in Italia la cosiddetta Sugar Tax, per incentivare un consumo più consapevole delle bevande zuccherate. Come dice il nome stesso, si tratta di una tassa che vuole colpire i drink con zucchero dolcificanti, già adottata da diversi paesi europei (e non solo). Il primo paese ad attuarla è stata la Danimarca, seguita dalla Francia, che ha introdotto una tassazione di 2,5 centesimi di euro per lattina. Lo stesso ha fatto l’anno scorso anche il Regno Unito, che ha applicato una tassazione differente a seconda del quantitativo di zucchero presente nella bevanda: in questo caso l’obiettivo è stato sia contenere il consumo di questi prodotti, sia incentivare le aziende produttrici a ridurre il contenuto di zucchero presente nelle loro bevande.

Un provvedimento importante, appoggiato da molti: una lettera aperta al Ministero della Salute, firmata da più di 300 diabetologi, medici e dalla SID stessa, è stata inviata dal quotidiano Il Fatto Alimentare per chiedere una maggiore sensibilizzazione sul tema e l’introduzione della Sugar Tax anche in Italia. Come si legge nella lettera, “l’appello che rivolgiamo al Ministro della Salute è di promuovere una legge per tassare del 20% le bevande zuccherate con valori progressivi” e di “porre precise restrizioni alla pubblicità di prodotti destinati ai bambini con un profilo nutrizionale sbilanciato”. Vengono messi in luce anche i benefici economici che ne deriverebbero, con una stima di circa 240 milioni euro l’anno in favore delle casse dello Stato, che ci si auspica vengano utilizzati per “avviare seri programmi di educazione alimentare e promuovere modelli più salutari, ad esempio sotto forma di riduzioni delle tasse per alimenti bilanciati”.

L’eventuale introduzione della Sugar Tax anche in Italia sarà un primo passo, da affiancare ad altre iniziative legate alla prevenzione, che promuovano un’alimentazione sana ed equilibrata, in unione a un’adeguata attività fisica, elementi necessari per contrastare sedentarietà e stili di vita scorretti. Secondo le ultime stime, infatti, l’80% dei casi di diabete di tipo 2 sarebbe prevenibile anche solo con l’adozione di uno stile di vita sano: la dimostrazione che bisogna partire dalle piccole cose, come una maggiore attenzione a quanto zucchero è presente sulle nostre tavole ogni giorno.