“Nessuno può sapere meglio di lei, che noi siamo essere vivi, più vivi di quelli che respirano e vestono panni; forse meno reali, ma più veri,…perché chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della morte…vivono eterni perché ebbero la ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe allevare e nutrire e far vivere per l’eternità”
(Luigi Pirandello, Tragedia d’un personaggio)
2 gennaio 2004
Dopo un giorno di recupero, oggi Mattia, Ivan e Pietro hanno compiuto una perlustrazione in direzione dell’altopiano Italia, verso il Cerro Torino e il Cerro Don Bosco. Hanno percorso 20 chilometri, molti dei quali in salita, raggiungendo una località denominata Gran Paso, posto all’entrata dell’altopiano medesimo; 600 metri di dislivello scivolati sotto i loro sci, accompagnati da un tempo burrascoso. Mattia ha telefonato alle ore 6.50 (ora patagonica). Abbiamo ascoltato le sue parole: è affaticato ma spiritualmente mai domo, anzi. L’accumulo di stanchezza, l’infierire degli agenti esterni (clima + ambiente), il trascorrere delle ore e delle giornate, una dopo l’altra, fatica dopo fatica, lasciano un segno profondo. Ma il fisico presto fa a rigenerarsi e allora i nostri amici non si perdono d’animo, consci di sfruttare al massimo l’occasione di avventura e consapevoli del fatto che il successo oramai arride alla loro esperienza.
Hasta la vista