25/6/04 Verso Paju
Abbandonata Rawalpindi, il suo caldo appiccicoso e l’umidità tropicale, abbiamo imboccato la via delle alte montagne, la Karakorum Highway. Seicento chilometri di strada, poi di pista lungo le rive dell’Indo. In due giorni abbiamo attraversato la regione del Chitral via Besham e Chillas fino ad arrivare alla capitale del Baltistan, Skardu, lungo la Silik Road. Si tratta di una strada a senso di marcia alternato che si inerpica lungo le profonde gole erose dal Braldu, l’affluente dell’Indo che sgorga dai ghiacciai del Baltoro e del Biafo. Tornanti a picco su versanti franosi costituiscono alcuni degli ingredienti di questo interminabile avvicinamento. La nostra via crucis si è conclusa ad Askole, ultimo centro abitato da dove siamo partiti per il trekking che ci porterà al campo base del Broad Peak. Non c’è che dire, senza i Pakistani ogni nostra velleità ed ambizione alpinistica non potrebbe sussistere: dai portatori Balti che trasportano i 1500 chili di materiali, alle competenti e disponibili guide, senza dimenticare gli indispensabili cuochi che con niente preparano cibi e bevande calde.
Mercoledì 24 giugno abbiamo coperto la prima tappa del trekking da Askole a Jhula, un percorso con poco dislivello ma con molto sviluppo. La nostra giornata tipo prevede la sveglia alle 5.00 am e, lo smontaggio del campo, la colazione e poi la camminata che ci impegna fino al pomeriggio inoltrato. Verso sera si montano nuovamente le tendine, si cena tutti insieme e, poco dopo il calar della notte, ci si infila nel sacco piuma. L’avvicinamento al Baltoro è proseguito giovedì 24 giugno con la tappa che ci ha portato qui a Paju da dove si intravedono le Cattedrali, il primo gruppo delle grandi montagne che costellano il ghiacciaio del Baltoro. Picchi slanciati di granito quasi inaccessibili, guglie di notevole bellezza sulle quali sono state scritte grandi pagine di storia, fatta di alti gradi e di lotte con i dubbi e le incertezze che accompagnano l’uomo impegnato nelle salite.
Oggi venerdì 25 giugno siamo fermi a Paju per recuperare energie e riorganizzare i materiali: da domani entreremo nel ghiacciaio e non ci sarà più spazio per nessun comfort oltre all’essenziale, camminare, mangiare e dormire. Sono quasi 5 giorni che piove e che le temperature sono assestate su valori molto più rigidi rispetto alla norma. Abbiamo avuto notizia che ai campi base del K2 e del vicino Broad Peak il tempo è pessimo, con 30 cm di neve fresca caduta nelle ultime ore. Il gruppo ADIQ sta bene e così pure i trekkinisti che lo accompagnano, fatte salve diarrea e febbricola, ormai fisiologiche.
Dissertazioni in ambito di diabete. Da Askole, inizio del trekking, Daniele, Marco e Nikki hanno modificato radicalmente la terapia insulinica. Il trekking infatti comporta un esercizio fisico di lunga durata (almeno 6-7 ore al giorno) a bassa intensità muscolare, ideale per il consumo calorico. E’ stato fondamentale quindi reinterpretare gli abituali punti di riferimento quotidiani per la gestione e l’autocontrollo. Per quanto riguarda Nikki, che, come Daniele, utilizza il microinfusore, ha ridotto la somministrazione di insulina basale del 70% durante le ore di camminata mantenendo inalterata la dose di insulina nel resto del tempo. Daniele ha ridotto complessivamente il suo fabbisogno del 35%, mentre che utilizza come insulina basale l’insulina lenta, è passato dalle 20 unità pro die a 14 unità. A Paju, ad una quota di 3450 m. circa la frequenza cardiaca è aumentata (in media di 10 battiti al minuto) mentre la saturazione periferica dell’ossigeno è al 90%.
Inshallah