“… avevo scritto in sostanza, la Montagna è il legame fra la terra e il Cielo. La sua cima unica tocca il mondo dell’eternità e la sua base si ramifica in molteplici contrafforti nel mondo dei mortali. E’ la via per la quale l’uomo può elevarsi alla divinità e la divinità rivelarsi all’uomo.”
(Renè Daumal, Il Monte Analogo)
7 e 8 gennaio 2004
Giriamo ai lettori di diebete.net, così come le abbiamo ricevute, le prime impressioni, a caldo, inviateci, via e-mail, da Mattia, giunto insieme a Ivan e Pietro ad El Calafate via mare.
Caro Adiq,
abbandonare lo Hielo dopo tanti giorni e’ un salto di colori, la natura piano piano riprende vita. I colori chiari e freddi del ghiaccio e della neve lasciano posto agli scombussolamenti geologici della morena dell’Upsala che mostra agli occhi ormai disallenati colori caldi ed intensi. I profumi si fanno forti e i rumori piu’ impercettibili sovrastano quello di fondo, ormai udito per tanti giorni, del vento. Il suo soffiare, qiueto e spesso anche impetuoso, ha regnato incontrastato, ha accompagnato i nostri pensieri e le nostre parole. Questo piccolo viaggio tra le montagne della Patagonia, tra le montagne care all’alpinismo e all’esplorazione e tra montagne a volte realmente poco conosciute, e’ stato un lungo cammino di stupore. Pietro, Ivan ed Io ci siamo concessi ben poche parole nelle lunghe ore di cammino legati sul ghiacciaio, ogni pensiero prendeva forma verso sera quando costruivamo il muro per proteggere la tenda e dopo averla montata ci entravamo per cucinare qualcosa di caldo. Il movimento ripetitivo degli sci ha accompagnato i nostri pensieri all’interno della Patagonia e all’interno di noi stessi il tutto al cospetto di una parte di mondo che poche persone hanno avuto fin’ora il privilegio di visitare.
Il mio giovane compagno di viaggio, il signor diabete, si e’ comportato bene e anche se per lui e’ stato un viaggio difficile ora, a distanza di un paio di giorni, si sta ricaricando. L’ho “staccato” parecchie volte e molte altre l’ho snobbato come non facevo da tempo (maggio 2002). Forse sará l’ultima volta che potro’ dimenticarmene cosí, ma l’emozione é stata d’altri tempi.
Che dire … ora sto ascoltando il vento che spira dal Lago Argentino ed in attesa di ritornare alla civiltá mi godo un po’ questa stupenda terra dai mille colori e dagli spazi infiniti, dove tutto é in balia del vento dove la vita ha poca fretta. Riprendiamo le energie spese lungo il cammino e riassimiliamo le calorie bruciate.
Lunedí 12 gennaio saremo in Italia ed allora potró mostrarti le immagini del viaggio ….
Ciao e hasta luego !!!
Domani o dopo domani Mattia, Pietro ed Ivan si trasferiranno a Rio Gallegos e da lì prenderanno il volo che li riporterà in Italia con due scali intermedi, nella giornata di lunedì prossimo. Siamo assetati di conoscere tutti i particolari, i dettagli dell’impresa. Molti per esempio sono le curiosità circa gli accorgimenti tecnici adottati da Mattia per gestire il suo “giovane compagno di viaggio”: per esempio i profili metabolici, le modificazioni della terapia insulinica, la gestione delle crisi ipoglicemiche, l’affidabilità della strumentazione di rilevazione e tanti altri interrogativi.
Abbiamo volutamente dato ampio spazio e libertà di parola alle emozioni, alle loro sensazioni, anche perché spesso le notizie giungevano a noi frammentarie, ermetiche, quasi criptiche, consapevoli dello sforzo ulteriore che si richiedeva a Mattia, Ivan e Pietro. Al loro rientro invece cercheremo, attraverso i racconti diretti di Mattia, di costruire una relazione conclusiva “da diabetici per diabetici” affinché esperienze simili non vadano apprezzate solo in una dimensione prettamente prestazionale e dimostrativa, ma costituiscano una valida occasione di condivisione di spunti e suggerimenti pratici per chi, tra i diabetici come noi, si accosta allo sport e ad una vita di reazione.
Grazie per l’ascolto, passo e chiudo!
ADIQ