All’attacco “Subito!”

DIAGNOSI PRECOCE E TRATTAMENTO INTENSIVO

All’attacco “Subito!”
Una grande campagna di informazione e formazione dell’Amd per far emergere i casi di diabete non individuato e per combattere la glicemia fuori norma sin dall’inizio. Intervenire prima può ridurre le complicanze cardiovascolari del 40%

Prima si interviene, meglio è: la glicemia fuori norma va individuata il più presto possibile a rapidamente ricondotta e stabilmente mantenuta sotto controllo. E’ questa la strada giusta per ridurre il rischio di complicanze ed è anche la filosofia che anima il progetto “Subito!”, lanciato dall’Associazione medici diabetologi. Si tratta di una vasta campagna di informazione, formazione e comunicazione per promuovere la diagnosi precoce di diabete e la tempestiva presa in carico del paziente. Nel corso dei prossimi quattro anni Amd svilupperà dunque iniziative di preparazione dei medici per illustrare loro il nuovo approccio, di educazione terapeutica per sollecitare nel paziente un più attivo ruolo nell’autogestione, di rafforzamento della ricerca, di misurazione sistematica dei risultati ottenuti, di diffusione della cultura della continuità assistenziale e dell’interazione tra i vari operatori impegnati nella cura e assistenza (dai medici di famiglia alle istituzioni, dal volontariato agli specialisti, all’industria). Questa ampia mobilitazione mira ad affermare nella prassi clinica concreta “il principio che la strada giusta non è far scendere la glicemia quando si è già assestata su valori scadenti, ma impedire che essa si deteriori, cercando di intervenire tempestivamente e intensivamente”.
Secondo la Amd, l’intervento e la diagnosi precoci sarebbero in grado di ridurre drasticamente i costi umani ed economici del diabete. Studi importanti come Steno-2 dimostrano, per esempio, che, se si cominciasse a trattare la patologia almeno cinque anni prima di quanto si fa oggi, si potrebbe diminuire lo sviluppo di complicanze cardiovascolari di oltre il 40%. Per ottenere questo risultato occorre combattere da subito, appunto, le glicemie elevate.
Dice il vicepresidente di Amd Carlo Giorda: “Dobbiamo modificare il comportamento seguito sino a poco tempo fa: glicemie di 140-150 mg/dL non devono essere tollerate, ma devono subito diventare oggetto di cura. Molti studi, come l’Ukpds, e la letteratura scientifica attestano che i pazienti trattati intensivamente e curati prima stanno meglio degli altri. Non esiste il diabete lieve; migliore emoglobina glicata, miglior colesterolo, migliore pressione da subito migliorano la qualità della vita e la salute dei pazienti”.
La necessità di diffondere chiaramente questo messaggio si impone con forza, perché dai dati degli Annali stilati dalla stessa Amd sull’assistenza diabetologica in Italia, risulta che oggi non si sta procedendo su questa via, o per lo meno non quanto si potrebbe. Infatti, ogni anno circa il 17% delle visite effettuate nei 650 centri Amd riguardano pazienti che si presentano per la prima volta e con diabete già in atto, in media, da oltre sette anni e con valori abbondantemente fuori dalla norma: una glicata media del 7,4%, pressione di 140/90 mmHg nel 58,6% dei casi, colesterolo Ldl (quello “cattivo”) sopra i 130 mg/dL nel 34,7%. Sono tutte persone ad alto rischio di complicanze che si sarebbero dovute individuare (e curare) molto tempo prima. “E’ evidente -commenta Giorda- che qualche cosa, nel sistema di gestione del diabete non funzioni a dovere”. Il progetto “Subito!” (che è anche l’acronimo inglese di “Safe uniform behavioral intensive drug treatment for optimal control”) è messo in campo proprio per migliorare il sistema.
Come detto, l’iniziativa della Amd si rivolge a tutti coloro che sono interessati al problema diabete, ma una particolare enfasi è posta sulla relazione tra diabetologi e medici di base. Lo dice esplicitamente il presidente di Amd Sandro Gentile, che sottolinea il costante confronto e dialogo fra le due parti avviato negli ultimi anni, che ha prodotto una proficua collaborazione. L’iniziativa di Amd conta molto sulla possibilità di una ampia diffusione dell’informazione sul diabete proprio attraverso la rete dei medici di famiglia, che sono il primo punto di riferimento del paziente.
“E’ importante che si capisca -ribadisce Gentile- che la glicemia alta non deve mai essere sottovalutata, perché è in realtà l’anticamera delle complicanze. E’ un nemico subdolo, silenzioso, che non si fa sentire finché non è già tardi. Ecco perché bisogna intervenire tempestivamente. Altrettanto essenziale è tenere presente che l’approccio al paziente diabetico deve essere globale, perché occorre controllare la glicemia, ma anche la pressione, il colesterolo, l’alimentazione, l’attività fisica. Quindi, non può fare tutto il diabetologo: tutti i soggetti coinvolti devono parlarsi e collaborare tra loro”.

IL DIABETE E’ IL 10% DELLA SPESA SANITARIA

Quei costi salati da abbattere

Secondo l’Associazione italiana medici diabetologi, oggi i diabetici in Italia sono il 7% della popolazione, circa 4 milioni e 200mila. Il costo della patologia nel 1998 era pari a circa 5 miliardi di euro, il 6,7% della spesa sanitaria totale; oggi, con 11 miliardi, rappresenta più del 10%. Il bollettino drammatico delle conseguenze del diabete ci rivela che ogni anno 75mila persone diabetiche sono colpite da infarto, 18mila da ictus, 20mila incorrono in insufficienza renale cronica, 5mila subiscono amputazioni di arti inferiori, 18mila muoiono per ragioni riconducibili alla condizione diabetica. Il progetto “Subito!” di Amd parte dal presupposto che questo altissimo prezzo non è inevitabile e può essere drasticamente abbassato se tutti collaborano a far emergere i casi tempestivamente e a curarli incisivamente sin dall’esordio.