Anno 28 N°3 Settembre – Dicembre 2011

Editoriale:
Combattiamo l’immobilismo

Anche quest’anno si è tenuta la Giornata mondiale del diabete, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni unite e promossa dalla International diabetes federation per il 14 novembre: in 160 Paesi si sono svolte iniziative, manifestazioni, convegni per ricordare l’emergenza diabete e raccomandare l’impegno per combatterlo attraverso diagnosi precoce, prevenzione, stile di vita corretto, consapevolezza ed educazione.

Anche da noi, come sempre sotto l’egida di Diabete Italia, associazioni, istituzioni, cittadini si sono mossi per celebrare questo appuntamento non rituale che ha visto in campo, il 14 e nei giorni immediatamente precedenti, eventi di varia natura, ma di univoca ispirazione: dalla Prima Conferenza nazionale sul diabete al Senato alla distribuzione di questionari sul diabete da parte dei medici di famiglia ai loro assistiti; dalla diffusione di materiale informativo sui treni Freccia Club delle Ferrovie dello Stato, ai presidi medici per offrire test e informazioni in occasione di avvenimenti sportivi nazionali e internazionali, alle analisi glicemiche gratuite nelle piazze.

Senza dimenticare lo spettacolo, già ammirato negli scorsi anni, dei monumenti illuminati di blu. Una mobilitazione così larga difficilmente si registra per altre tematiche: ciò significa che la attenzione e la comprensione dell’importanza della questione vanno crescendo e questo è un bene, anche se la strada da compiere per vincere la battaglia è lunga.

Su questa via incontriamo il tema che la Idf ha voluto assegnare alla Giornata di quest’anno e che sarà il leitmotiv anche di quelle del 2012 e del 2013: “Prevenzione ed educazione del diabete”, due risorse decisive a nostra disposizione, non meno determinanti dei progressi strettamente terapeutici, che pure sperimentiamo ogni giorno. E proprio condividendo questo principio, abbiamo voluto dedicare gran parte di questo numero di Tuttodiabete a una delle chiavi di volta della prevenzione, cioè l’attività fisica e sportiva, che, se praticata regolarmente e con equilibrio, permette a chi diabetico non è di tenere lontano l’insorgere della patologia e a chi lo è di controllare meglio la propria condizione e ridurre i rischi di complicanze.

Senza contare il senso di benessere anche psichico che lo sport e la socializzazione che consente possono trasmettere alle persone. Un importante uomo politico francese del Novecento, Henri Queuille, soleva dire sarcasticamente: “L’immobilismo è in marcia e nessuno potrà fermarlo”. Cerchiamo di contraddire questo motto: muoviamoci e proviamo così a fermare anche il diabete.

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