È il 7 agosto del 2018.
Sono circa le 11:15.
Asia Venturelli diventa la più giovane atleta col diabete ad aver attraversato lo stretto di Messina a nuoto.
Al telefono capisco immediatamente il tipo di persona.
Una piena di energia, di vita, determinata fino all’osso, serena.
Asia, che subito mi ricorda – non a caso – lo stesso entusiasmo di una grande atleta, Monica Priore, che lo stretto di Messina l’ha attraversato qualche anno fa, portando un messaggio molto chiaro: Signore e Signori, si può fare anche col diabete. Che nessuno dica il contrario.
Asia, che di anni ne ha 14, agisce con la semplicità e la naturalezza che la sua età esige: l’ha fatto semplicemente perché ne era capace, perché si allena in piscina due ore al giorno, dal lunedì al sabato, perché dentro l’acqua è felice e dentro l’acqua vuole stare, che se fosse per lei, non ci uscirebbe mai.
E forse questa è la parte che più mi colpisce. Il fatto che più che l’orgoglio, in questa storia, si respira la gioia.
Asia mi racconta che prima di cimentarsi in questa straordinaria impresa si è goduta la Sicilia in vacanza con i suoi. E forse ha continuato a godersela anche dopo.
Non era spaventata prima di mettersi in acqua, perché l’acqua è dalla sua parte sempre.
Anche se ha dovuto fronteggiare le meduse, non ha voluto fermarsi mai, né salire sulla barca.
Perché l’acqua è dalla sua parte, nonostante tutto.
E quindi l’accetta per quel che è, come si fa con tutte le cose che amiamo.
Simona, la mamma di Asia, mi racconta come è stato l’esordio a 22 mesi.
“Mi è crollato il mondo addosso. Non sapevo neanche cosa fosse il diabete. Non avevamo nessun caso in famiglia. Però Asia è una forza della natura, e la stessa forza l’ha data anche a me. Ha fatto sempre tutto quello che desiderava. Anzi, ha fatto più degli altri. Non si è sottratta a nulla”.
“So controllarmi” interviene Asia. Che equivale a dire: ho coscienza di me e del mio corpo.
E quindi con quella coscienza me la immagino arrivare, una bracciata dopo l’altra, dall’altra parte dello stretto.
E sentire il mare aperto che diventa sassolini, e i piedi e le gambe che recuperano la bipedia. E una spiaggia dalla quale guardare finalmente tutti i km percorsi in mare aperto.
E persone da stringere, che la applaudono e che le dicono “Brava, ce l’hai fatta!”
È una bella immagine.
È bello il senso di movimento che regala, lo spostamento da un luogo all’altro, con i venti e le correnti che spingono e con la tenacia che risponde e resiste.
E credo che ognuno di noi si scelga un elemento nella vita. Addirittura col nostro segno zodiacale, sembra definito dal giorno stesso in cui nasciamo. E poi questo elemento ci accompagna, e risuona dentro, e quando siamo fortunati lo leghiamo a una passione, come nel caso di Asia.
“Una mamma, inizialmente, non può fare a meno di considerare le difficoltà”, dice Simona, “si pensa alla salute, ma anche alla vita sociale, alla scuola… Ma questi ragazzi hanno una marcia in più, perché devono ascoltarsi da quando sono molto piccoli. Questo li rende molto maturi, li porta inevitabilmente a crescere in fretta e ad avere la testa sulla spalle. Per questo bisogna avere fiducia in loro, spronarli e non tenerli sotto una campana di vetro”.
Asia vuole studiare chimica per diventare medico ricercatore in campo diabetico. E questo me la fa associare all’arte di trasformare.
Perché questa giovane ragazza lo fa già, ogni volta che trasforma un limite in forza.
Anche il ghiaccio più duro diventa pioggia.
A cura di Patrizia Dall’Argine