PROGETTI – FARM&DIA: CORSI AMD PER FARMACISTI IN TUTTA ITALIA

Farmacisti a scuola di diabete

Il diabetologo Giovanni Perrone ci parla di un’iniziativa di formazione che mira a inserire a pieno titolo il farmacista nel team diabetologico, a fianco dei pazienti e in stretta collaborazione con i medici, nel percorso di assistenza alle persone con diabete

Giovanni Perrone, responsabile del servizio di diabetologia del polo sanitario Reggio Calabria Sud, è l’ideatore del progetto Farm&Dia, un’iniziativa nata sotto l’egida dell’Associazione medici diabetologi che intende coinvolgere pienamente la farmacia nel quadro dell’assistenza alla persona con diabete. L’idea, nata originariamente nel 2005, si articola in incontri e corsi (residenziali e a distanza) tenuti dai diabetologi a farmacisti di tutta Italia (gli appuntamenti più recenti in Piemonte, Puglia, Campania e Calabria con la sponsorizzazione di Bayer). Abbiamo chiesto al dottor Perrone di parlarci della genesi e dello sviluppo del progetto di cui è responsabile.

“L’idea -racconta- mi è venuta a partire da un presupposto di base: la persona con diabete è generalmente seguita o dal medico di base o dal servizio di diabetologia, ma il tempo che passa tra una visita e l’altra può essere molto lungo, anche di 6-7 mesi, e il paziente non riesce quindi quasi mai, o perché non vuole o perché non ricorda, a riassumere quello che è successo in quel periodo, che diventa una specie di terra di nessuno. In quel frattempo il paziente può anche non andare dal medico di base o dal diabetologo, per mille motivi, ma c’è un posto dove non può non andare ed è la farmacia, perché deve ritirare i farmaci. Quindi, perché non sfruttare il rapporto confidenziale e continuo che si instaura negli anni tra farmacista e paziente, trasformandolo da passivo in attivo? Inoltre, la farmacia ha il vantaggio di essere diffusa in maniera capillare e omogenea su tutto il territorio, perché in certi paesini può magari mancare il maresciallo e persino il medico, ma il farmacista c’è sempre”.

Lo spazio e il ruolo che il farmacista può avere come anello intermedio nella relazione tra medico e paziente è oggi persino riconosciuto ufficialmente da una legge dello Stato italiano, quella che nel 2009 ha introdotto la farmacia dei servizi, ampliando le competenze del professionista dietro il banco, in particolare nell’ambito delle patologie croniche, in piena sintonia con il protocollo d’intesa siglato da Amd e Federfarma (l’associazione nazionale dei titolari di farmacia) che è alla base di Farm&Dia.

Ma che cosa può dunque fare il farmacista nell’ambito del diabete? Non poco, spiega Perrone: “Il passaggio obbligato in farmacia offre al farmacista la possibilità, per esempio, di verificare lo stato d’uso del glucometro, dare istruzioni sull’uso di aghi e penne, controllare come stanno andando le cose attraverso un esame del diario delle glicemie, accorgersi se c’è qualcosa che non va e segnalarlo alla persona. E, ancor più, può costituire un momento di rinforzo di quanto comunicato dal medico: infatti, molti studi attestano che già dopo un’ora dalla visita il paziente ricorda a malapena il 50% di quello che il dottore gli ha detto. Noi medici nelle visite diamo spiegazioni sull’uso degli apparecchi, su come si fanno le iniezioni eccetera, ma il tempo che passa tra una visita e l’altra è troppo lungo per una verifica: qui può entrare in gioco il farmacista”.

Scopo degli incontri di Farm & Dia (svolti dal Gruppo di lavoro Amd coordinato dal dottor Giovanni Saitta) è quindi quello di contribuire a mettere i farmacisti nella condizione di esercitare questa più ampia funzione: “Noi non intendiamo creare nuovi esperti di diabetologia -puntualizza Perrone- Il farmacista dovrà mantenere il suo ruolo specifico, senza sovrapposizione con quello dei medici, però, se formato, se in grado di usare un linguaggio univoco rispetto a quello del diabetologo, può essere fondamentale. Nei nostri corsi noi diamo ai farmacisti le nozioni di base, rafforzando ciò che già è conosciuto, colmando lacune e correggendo eventuali errori: cerchiamo di far capire che cos’è la patologia, ci concentriamo sulla corretta attuazione dell’autocontrollo, coinvolgiamo tutti i partecipanti in lavori di gruppo a partire da un caso clinico, secondo il metodo del metaplan. E poi cerchiamo di far emergere, attraverso la discussione, quale può essere il posto che il farmacista deve occupare nel percorso di cura della persona con diabete. Il mio auspicio è che questo progetto diventi con il tempo un vero e proprio modello di assistenza esteso e permanente, basato su una collaborazione attiva e continua tra specialisti, medici di base e farmacisti”.

Gli incontri sono svolti dal Gruppo di lavoro Amd, coordinato dal dottor Giovanni Saitta di Messina, che, insieme con Perrone (direttore del corso) e con Laura Tonutti di Udine, è il responsabile del programma formativo. Interlocutore di Amd per conto di Federfarma è il dottor Damiano Degrassi di Udine, attivo partecipante al progetto anche come docente.

La risposta dei farmacisti all’iniziativa è stata molto positiva: “Si sono dimostrati assolutamente sensibili a questa idea -conferma il dottor Perrone- Sono molto attenti a questa figura nuova del farmacista come responsabile di una farmacia sempre più proiettata verso i servizi. Si sentono molto coinvolti, apprezzano i corsi e trovano l’idea molto attuale. Quello che chiedono è, una volta finito l’incontro, di poter avere un punto di riferimento e un interlocutore stabili. Ecco perché l’obiettivo di fondo di Farm & Dia è che si arrivi a un modello generale di assistenza che inserisca al meglio la farmacia nel percorso di cura della persona con diabete: bisogna radicarlo sul territorio in modo che da una parte i diabetologi, dall’altra i farmacisti, senza trascurare i medici di base, stabiliscano tra loro un dialogo costante e regolare. Per ottenere questo obiettivo non ci si può limitare agli incontri che facciamo ora: in Italia le farmacie sono oltre  17.500 ed è impensabile che si possano fare corsi per tutti”.

La grande importanza che la figura del farmacista può avere si rileva anche sul fronte della prevenzione: “Chi meglio del farmacista può fare campagne di prevenzione per l’individuazione di soggetti a rischio? -si domanda retoricamente Perrone- La farmacia, per la sua vicinanza e consuetudine con i cittadini, può diventare un vero osservatorio per l’identificazione delle persone che possono sviluppare il diabete, che possono così essere indirizzate al medico di base o al servizio di diabetologia. Scoprire la patologia prima che si manifestino segnali e sintomi permette di evitare o rallentare le complicanze. Ancora oggi troppe diagnosi vengono fatte da cardiologi e oculisti, cioè quando il diabete è rimasto nascosto per anni e si sono sviluppate complicazioni cardiache od oculari: il paziente va dallo specialista perché ha un problema al cuore o agli occhi e lì si scopre che chissà da quanto tempo aveva il diabete”.

In conclusione, Perrone auspica “che l’idea di Farm & Dia si estenda a tutte le condizioni croniche: il farmacista nel tempo potrà diventare, proprio attraverso il modello diabete, un punto di riferimento anche per altre patologie”.