Diabetologo cura te stesso
Medico, cura te stesso. Oltre a curare noi pazienti. Un’indagine dell’Associazione medici diabetologi del 2013 ci dice infatti che non sempre il dottore si trova in una condizione migliore di quella del suo assistito e non sempre segue le buone regole che consiglia a chi si affida alle sue cure. Lo studio ha applicato a circa seicento (597) specialisti il questionario Diabetes risk score (Drs), che consente di stimare il rischio di insorgenza del diabete. I risultati attestano: che il 40% degli intervistati risulta sovrappeso (con indice di massa corporea tra 25 e 30), l’8% è obeso (Imc superiore a 30); che solamente il 45% svolge esercizio fisico per almeno mezzora al giorno; che il 56% dovrebbe sottoporsi a controlli di approfondimento. Sull’altro piatto della bilancia c’è però l’alta percentuale (più del 90%) di diabetologi che consuma quotidianamente frutta e verdura, alimenti che hanno un effetto protettivo sull’incidenza del diabete.
Il campione comprendeva uomini e donne, di età compresa tra 44 e 65 anni, da cui si sono raccolte informazioni riguardanti familiarità per diabete, indice di massa corporea, circonferenza della vita, assunzione di farmaci per l’ipertensione arteriosa, storia anamnestica di iperglicemia, attività fisica e consumo quotidiano di verdura, per misurare il rischio di incorrere in diabete di tipo 2. Un rischio da cui evidentemente anche i diabetologi devono guardarsi.
“I risultati di questa indagine vanno letti sotto due diverse prospettive”, commenta Carlo Bruno Giorda, già presidente dei diabetologi italiani e attuale presidente della Fondazione Amd. “Quella autoironica, che ci porta a sorridere dei nostri comportamenti, ma soprattutto a farci riflettere, come diabetologi, sull’esempio che trasmettiamo a chi si affida alle nostre mani. Quella scientifica, che ci permette di confermare e affermare che il Diabetes risk score è un prezioso e semplice strumento di screening. I risultati emersi tra i diabetologi italiani sono infatti del tutto sovrapponibili a quelli della popolazione generale italiana. Il Drs si dimostra un questionario veloce ed economico, che non contempla nessuna determinazione di laboratorio specifica -e, in ultima analisi, costi- e ha il vantaggio di mostrare una buona resa nell’identificare persone a rischio di diventare diabetiche”.
Osserva la diabetologa Titti Suraci, che ha fatto parte del team che ha seguito l’indagine: “Vale la pena di ricordare che molti studi hanno dimostrato che medici con sane abitudini personali sono più propensi a incoraggiare i propri assistiti ad adottare tali abitudini e risultano più credibili e più motivanti ai loro occhi”.
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