ATTUALITÀ – MANGIAR SANO E FARE MOTO

È sempre più necessaria la sensibilizzazione della popolazione nei confronti delle buone abitudini comportamentali quotidiane, essenziali per una buona salute, e del controllo glicemico, indispensabile per individuare situazioni di rischio

In altra parte del giornale segnaliamo l’esito di un’indagine condotta negli Stati Uniti (National health and nutrition examination survey), che mostra come la maggior parte delle persone in stato di prediabete non sia al corrente della propria condizione di rischio. Non vi sono indagini analoghe eseguite in Italia o in Europa, ma tutto lascia pensare che la situazione non sia molto dissimile da quella descritta negli Usa. Ciò è particolarmente grave, perché è ormai appurato che attraverso interventi mirati alla modificazione dello stile di vita con un indirizzo dietetico più corretto e con l’introduzione di una certa quota di attività fisica è possibile prevenire nei soggetti con prediabete la successiva evoluzione verso il diabete conclamato. Inoltre, anche il prediabete di per sé rappresenta un fattore di rischio per le complicanze micro e soprattutto macrovascolari che possono essere tanto più efficamente prevenute quanto più precoce è l’intervento terapeutico (per approfondimenti, rimandiamo al dossier medico di Tuttodiabete 1/2013).

Da qui la necessità di una maggiore sensibilizzazione della popolazione verso un controllo della glicemia, anche attraverso la semplice puntura del polpastrello, per scoprire una condizione di prediabete misconosciuta e contribuire, nell’unico modo possibile, al contenimento della epidemia di diabete che si presenta oggi come una delle maggiori minacce per la salute pubblica.

Una campagna in questo senso viene svolta con efficacia in diverse regioni d’Italia per iniziativa della Associazione italiana Lions per il diabete, che promuove manifestazioni di screening di diabete e prediabete nelle piazze, in varie sedi comunitarie o in altri luoghi pubblici.

 

Meglio una mamma magra

 L’obesità materna e ancor più il diabete gestazionale (Gdm) condizionano la salute del neonato. Uno studio di Patrick Catalano e collaboratori, negli Usa, ha confrontato i neonati di donne affette da Gdm con i neonati di donne non diabetiche, ma con identiche caratteristiche di età, indice di massa corporea precedente la gravidanza, accrescimento ponderale ed età gestazionale al momento del parto cesareo programmato. Nei neonati di madri affette da Gdm è stata rilevata, a parità di obesità materna, anche dopo aggiustamento per il peso alla nascita e per il valore della massa grassa e magra, una resistenza insulinica superiore a quella dei neonati di madri normo-tolleranti al glucosio anche se obese. L’obesità materna è, quindi di per sé, un fattore che predispone all’aumento di peso e alla adiposità del neonato ma, se alla obesità materna si aggiunge la presenza del diabete gestazionale, nel neonato si osserva una maggiore riduzione della sensibilità all’insulina che può preludere alla insorgenza di diabete in età adolescenziale o adulta.