Campo Base Avanzato, 12 settembre 2002

Cho Oyu, Campo Base Avanzato (ABC), 5770 m, 12 settembre 2002

“Anime, anime!!” – E’ abbastanza inconsueto (per voi), ma da una settimana a questa parte, da quando abbiamo cominciato a salire e a dormire in tenda, “Anime, anime!!” è la nostra sveglia ufficiale. A 5770 metri la voce di Beppe arriva non più squillante come alle basse quote, ma è un ottimo inizio di giornata. Ti dà la carica e ti fa ricordare che nonostante le difficoltà ambientali, ipossia e conseguenti mali derivati, siamo un gruppo compatto e molto determinato. Ecco così ritrovarci sotto la grande tenda mensa per il primo scambio d’impressioni sulla notte trascorsa e sui propositi del giorno a venire. E a guardarci in faccia, magari con una prospettiva tribale dettata dagli occhi e dal linguaggio degli amici tibetani che non smettono di osservarci curiosi, il nome appropriato della nostra variegata compagine potrebbe verosimilmente essere la “Tribù dei visi gonfi”. Chi per la ritenzione idrica (tra i primi sintomi del mal di montagna), chi per le interminabili notti in bianco (vedi compagni incontinenti o dediti a insonnia cronica).
Siamo arrivati da due giorni al campo base avanzato, posto sui margini di un’ampia morena glaciale circondata da affascinanti montagne, e non abbiamo mai avuto un momento di riposo. Il protocollo medico, guidato dalla dottoressa Paola, ha visto oggi il suo termine. E ad essere sincero, lo staff medico, giunto per lo più caracollante ai 5700 metri dell’ABC, merita un encomio particolare. A scapito delle difficoltà di lavoro in quota Paola e Marianna, aiutate da Francesca e Patrizia (quest’ultima tra gli alpinisti più in forma e già oggi alla volta del Campo 1 con Giampaolo, Beppe, Pierino e il forte gruppo di trekkers Pietro, Ilaria e Laura), sono riuscite a mantenere la concentrazione per i difficili e dolorosi prelievi arteriosi e successive rilevazioni mediche. Davvero brave e dotate di grande spirito di adattamento per un ambiente che non è per i più e non è nemmeno un caldo e ordinato laboratorio.
Mentre sto scrivendo, appartato nella mia tenda, protetto dal leggero telo di un abside precario, fuori continua a nevicare e l’atmosfera è lattiginosa, accecante. Da un paio di giorni ci svegliamo con la neve fresca che copre ogni cosa, pure i rimasugli delle passate spedizioni. Di primo mattino il tempo è bello e, come detto, una parte di noi stamani è salita per portare il materiale al Campo 1. Giampaolo, il nostro capospedizione, sta rivelando un carattere straordinariamente forte, calmo e implacabile, mentre Pierino e Beppe (i nostri due accademici orientali) sembrano cavalli scalpitanti. D’altra parte il grande lavoro di organizzare il campo base è toccato ai più giovani. Marco, col suo piglio determinato e sorretto da una forma smagliante, coordina con il rinato Paolino i lavori, assecondati dal sempre ilare e simpaticissimo Mauro (il superfondista del gruppo) e dallo statuario Paolo Cerin, insospettabile barzellettiere di talento durante le cene serali.
Ovviamente la vita a quote così alte non è facile per nessuno, basta piegare il capo per accentuare ogni sforzo, e c’è chi tarda a ingranare. Il giovane Alessandro è in via di ripresa dopo un paio di giorni di lotta con il classico mal di testa. Lo stesso Vittorio, forte alpinista diabetico ed esperto di alta quota, sottolinea che ci vuole del tempo prima di entrare a regime. E nessuno di noi, io credo, dovrebbe giungere fin sotto a una grande montagna per dimostrare qualcosa, bensì per trovare il proprio tempo e il proprio equilibrio. Siamo sinceri, non tutti ci riusciranno, ma già l’avere intrapreso un viaggio da sogno per ritrovarsi alla sera tutti riuniti sotto un’unica tenda, sentire Stefano che ci racconta le sue esilaranti storie, vedere gli occhi sorpresi della giovane figlia o di un Paolo Baldassa, elemento imprevedibile del gruppo, tanto quanto le battute di Daniele, l’alpinista umorista, insomma tutto ciò e altro di cui non ho il tempo e lo spazio di raccontarvi, è motivo sufficiente per essere qui, assiepati e infreddoliti dentro a un misero tendone d’alta quota. Questa sera aspettiamo la visita di Emilio Previtali e Marco Zaffaroni: i due alpinisti italiani ci racconteranno della loro permanenza al Campo 1. Notizia dell’ultima ora: Giampaolo, Beppe, Pierino e Patrizia sono appena rientrati dopo aver installato il Campo 1 a 6400 metri, raggiunto pure dai formidabili trekkers Laura, Ilaria e Pietro. Domani sarà il nostro turno.

Alberto Peruffo

P.S. Auguri alla Chiara, compagna di Alessandro, per il suo compleanno da parte di tutta la spedizione.