Cho Oyu, Campo Base Avanzato (ABC), 5770 m, 23 settembre 2002
Guardo il minestrone che si sta scaldando sul fornellino nell’abside della tenda,mentre forti raffiche di vento si insinuano all’interno, portando neve polverosa e mettendo a dura prova la resistenza della fiamma. Mi sento molto stanco, e penso che di salire al campo 1 per quell’interminabile morena oggi non ne avevo proprio voglia. Dopo avere mangiato, il mondo sembra già diverso, le forze riprendono per quel che possono a quest’altezza e ricomincio a parlare con Marco. Dopo un po’ ci infiliamo nel sacco a pelo in attesa della notte e incomincia lo scambio di impressioni su cio’ che stiamo vivendo, delle lunghe attese e della scarsa azione che a volte mina il nostro umore. Fa capolino anche un po’ di nostalgia e ci scopriamo a fare progetti di arrampicate future con le nostre mogli, presenze-assenze importantissime.
Mentre chiacchieriamo si apre la cerniera della tenda e spunta la testa di Alessandro, che con Paolo è “alloggiato” nella tenda accanto alla nostra e che completa la “squadra”. Naturalmente si unisce alla conversazione con la sua solita vitalità umana di cui è principe, ma forse facciamo troppo rumore perché Paolo dalla tenda a fianco dopo qualche inutile protesta si unisce a noi. Insomma nella nostra piccola tenda biposto ci troviamo in quattro, come attorno a un tavolo a chiacchierare. La serata scorre piacevole anche perché la temperatura interna della tenda prima vicina allo zero, in poco tempo raggiunge i 17 gradi. Trascorre così allegramente un po’ di tempo portando il clima a quello di un dopo cena casereccio, ci salutiamo e via a dormire. Domani dovremmo salire al campo 2, portando possibilmente del materiale. Sarà una giornata dura ma ora bisogna cercare di dormire, cosa non facile a 6400 metri e con la tenda piantata non propriamente in piano e che mi costringe ogni tanto a risalire per recuperare il “guanciale”.
La stanchezza che prima alimentava il senso di solitudine che in questi spazi a volte prende, se n’è andata. La condivisione è un grande antidoto, e in queste situazioni è difficile barare. Sono solo le nostre forze, la forza di ognuno di noi che assieme ci porterà dove andremo. Forse non importa nemmeno dove ma da qualche parte arriveremo, con le nostre forze.
Paolo Seraglio
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