Campo base CHO-OYU, 2 ottobre 2002

Campo base CHO-OYU, 2 ottobre 2002

SIIIII!!!!! E VAIIIII!!!!!! In data 01/10/02 alle ore 12.00 sono arrivati in vetta “penna sottile” e “l’infermiera tutto pepe”. Alle ore 10.45 circa di questa mattina abbiamo avuto la felice e mai tanto attesa notizia tramite la radio dal nostro capo spedizione Giampaolo, mentre con il secondo gruppo cima si stavano recando dal campo 1 al campo 2. Subito sotto l’ice-cliff hanno incontrato i nostri eroi che stavano scendendo. Abbiamo finalmente scoperto il motivo per cui non riuscivamo a contattarli tramite radio: il nostro “penna sottile” sarà abile con la penna e con il computer, ma la prossima volta la radio sarà meglio la tenga qualcun altro. Il furbone chiamava su frequenze diverse da quelle pattuite dopo che il povero Stefano Cucco aveva perso una serata a spiegare a tutti come funziona la radio e l’aveva usata per tutta la giornata precedente. L’ipossia si sa gioca il suo ruolo….solo che qui al campo base siamo rimasti in attesa per 24 ore.
Alle 14.00 finalmente il contatto radio si è sbloccato e i due eroi ci hanno comunicato la loro posizione sulla morena. In quattro siamo partiti per andargli incontro e mai prima d’ora sulla morena del ghiacciaio Gyabrag si sono sentiti tali festeggiamenti e sono state stappate bottiglie a fiumi. Scherzi a parte l’incontro è stato davvero emozionante come pure l’arrivo al campo base dove tutti gli amici delle altre spedizioni (italiani di Rieti, tedeschi, spagnoli) si sono complimentati. Poi il meritato ristoro in tenda mensa con gli inevitabili racconti: la grande fatica per la salita sempre e costantemente ripida, un passaggio su misto a 7600 metri, la via infinita verso la cima che non si vede mai e finalmente dopo gli ultimi dieci metri la visione fantastica sulla parete nord dell’Everest sul Makalù e sulla sterminata catena hymalaiana che ha definitivamente inebriato i nostri amici. Più che l’ipossia poterono le montagne e soprattutto la Montagna, la loro Montagna o forse ormai il contrario, loro (come mi ha detto Patty) ora sono della Montagna. Poi la discesa forse più dura della salita, ma loro ci hanno dato dentro e ora sono qui più felici che mai e noi a condividere con loro questa immensa gioia. Queste poche righe sono solo una telecronaca, aspettiamo quando si saranno riposati un racconto più personale, più “vissuto”, più vero del mio.
Prima di concludere alcune notizie tecniche doverose: Alberto e Patrizia sono saliti partendo dal campo 2 a 7150 metri circa a mezzanotte. Hanno camminato per dodici ore, senza sosta al campo 3, che per loro non esisteva (per le altre spedizioni sì) e hanno raggiunto la meta (8201 metri giusto per non dimenticare) senza ossigeno, mentre quasi tutti quelli che hanno incontrato l’avevano. Hanno ricevuto i complimenti degli Sherpa, non vi sembra tutto ciò una grande impresa? Il secondo gruppo attualmente si trova al campo 2, li abbiamo sentiti e stanno bene; questa notte anche per loro partenza a mezzanotte, si prospetta un’altra giornata emozionante. A risentirci a presto.

Marianna Veronese

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