Campo Base Cinese, Tibet (4800 mt), 8 settembre 2002
Primo resoconto scientifico sui test medici effettuati
a cura della dr.ssa Paola Pavan
Quando ho conosciuto Marco Peruffo, uno dei promotori/fondatori di ADIQ, non immaginavo che potesse esistere un mondo di diabetici a tutti gli effetti considerabili degli atleti non professionisti.Il progetto Cho Oyu 2002 rappresenta dunque l’opportunità di unire al gesto sportivo/alpinistico una ricerca scientifica. Il lavoro di ricerca si prefigge di valutare quali siano gli effetti dell’alta quota sul controllo metabolico e sulla performance cardiovascolare del diabetico insulinotrattato. A tale scopo ci siamo proposti di valutare i soggetti durante una attività fisica di bassa intensità, sotto la soglia anaerobica, in tre situazioni e momenti diversi: a livello del mare, sopra i 3500 metri e sopra i 5000 metri. Il tipo di attività fisica prescelta è costituita da una marcia dalla durata media di quattro ore, con velocità di circa 4 km/h, con un dislivello medio di 300 metri, effettuata per tre giorni consecutivi. Tutti i soggetti, diabetici e non diabetici, sono sottoposti a prelievo ematico per il controllo di parametri metabolici, biochimici ed emogasanalisi prima e dopo la marcia. Il primo step a livello del mare, con pressione atmosferica di 760 mmHg, si è già svolto, nel mese di giugno, sui colli Berici in provincia di Vicenza. Premesso che i dati non sono stati ancora statisticamente rielaborati e completati, la prima impressione è che durante un’attività fisica di bassa intensità, prolungata nel tempo, vi sia un buon controllo dei valori glicemici con un fabbisogno insulinico pro die sostanzialmente invariato se non in alcuni casi diminuito. Sia nei soggetti diabetici che in quelli non diabetici i livelli di lattato ematico (acido lattico) sono risultati sovrapponibili. Nei giorni 31 agosto, 1 e 2 settembre, a Lhasa, capitale del Tibet, situata ad una altezza di 3680 metri ed ad una pressione atmosferica di 467 mmHg, si è tenuto il secondo step del protocollo di ricerca. Nonostante lo stress del cambiamento ambientale dovuto al viaggio, alle modificazioni fisiologiche necessarie per acclimatarsi alla quota (tachicardia e tachipnea a riposo ), alla diversa alimentazione incontrata e, non da ultimo, alle problematiche logistiche per realizzare le ore di marcia, abbiamo affrontato con esito positivo anche queste tre giornate di studio.Lo svolgimento dello step ha richiesto nelle prime due sedute una marcia in piano della durata di circa 3 ore, mentre nell’ultima seduta, dopo aver acquisito una sufficiente acclimatazione, è stata intrapresa una ascesa di circa 400 metri di dislivello (da quota 3695 metri a 4095 metri) senza particolari difficoltà.L’impressione generale è che a fronte di un buon controllo metabolico si renda necessario un aumento del fabbisogno insulinico del 10-20% in quasi tutti i soggetti diabetici. Si è osservato inoltre che i parametri cardio vascolari (pressione arteriosa, inclinostatismo, ortostatismo e frequenza cardiaca) e l’emogasanalisi sono risultati indistintamente sovrapponibili nei due gruppi.Sarà interessante infine valutare, con l’aumento della quota a mano a mano che ci si avvicinerà al Cho Oyu, la risposta glicemica dei soggetti diabetici e soprattutto capire se quest’ultima può o meno influire sull’acclimatamento.
Vittorio e Marianna durante i test medici
Pietro e Patrizia durante i test medici