L’ultima settimana di luglio è stata caratterizzata da dialogo, scambio e informazione per alcuni giovani con diabete (18-21 anni). 13 ragazzi italiani (di cui 4 sardi) e 13 giovani polacchi hanno avuto la possibilità di partecipare a un “campo” dedicato all’accettazione psicologica della malattia. Il progetto, denominato “Gioventù in Azione” è nato per volontà dell’Associazione per il Diabete Infantile Giovanile ADIG Sarda e dell’Associazione Polskie Stowarzyszenie Diabetykow Kolo w Złotoryi e si è tenuto a Złotoryja, Bassa Slesia.
I ragazzi sono stati guidati da uno staff composto da due tutor, un animatore, un medico e un infermiere: nel corso dell’incontro i partecipanti sono stati chiamati a condividere situazioni di difficoltà alle quali si è risposto attraverso metodi maturati con l’esperienza. L’obiettivo è stato quello di migliorare le condizioni a scuola, sul lavoro, nell’ambito ospedaliero e medico e nel tempo libero. Le criticitià emerse dai discorsi dei singoli sono state oggetto di riflessione: chi ha poi trovato la soluzione empirica l’ha condivisa con tutti.
«Il dialogo tra ragazzi con lo stesso disagio, ma provenienti da culture diverse – sottolinea Antonio Cabras, presidente dell’Associazione per il Diabete Infantile Giovanile Adig Sarda – è per noi un elemento di fondamentale importanza non soltanto per consentire una gestione autonoma del disagio, mantenendo una normale qualità di vita, ma anche per fare sì che questi giovani diventino essi stessi lo strumento per diffondere presso le loro famiglie e la società esterna un’adeguata cultura di quello che rappresenta oggi il diabete giovanile in Europa.»
Durante il campo, i ragazzi oltre a svolgere attività fisiche ed educative, hanno anche sviluppato progetti di comunicazione con l’obiettivo di abbattere i problemi quotidiani legati alla loro patologia, spesso frutto di equivoci e pregiudizi.