Cani da allerta: quando fido fa la guardia al tuo diabete

“Il cane giusto per la persona giusta, a guardia del tuo diabete”. È questo lo slogan che riassume l’attività di Progetto Amico Cane, realtà torinese nata da una precisa ambizione: estendere l’assistenza cinofila in campo medico anche a chi soffre di Diabete di tipo 1.

Il fondatore del progetto è Paolo Incontri, addestratore cinofilo specializzato in formazione di Cani da Allerta Diabetica. “I Cani d’ Allerta Diabetica – spiega Incontri – sono in grado di percepire le alterazioni acute della glicemia e dare l’allarme prima di una possibile crisi, grazie a un particolare ‘allenamento olfattivo’: attraverso dei tamponi imbevuti di saliva, il cane impara a riconoscere il ‘fattore x’, una molecola che si altera in caso di variazioni glicemiche. Se c’è un pericolo imminente scatta l’allerta. È un addestramento che può adattarsi a alle diverse necessità delle persone: un aiuto particolarmente prezioso per famiglie e bambini”.

Il Cane d’Allerta Diabetica è infatti in grado di avverire i genitori dei bambini con crisi ipoglicemiche, in loro assenza o durante la notte, scongiurando il pericolo più temuto: quello di un coma diabetico. Può portare bevande zuccherate e kit salvavita, azionare speciali allarmi se a trovarsi in difficoltà è una persona che vive da sola, o anche condurre a casa il padrone in caso di disorientamento o disturbi della vista e della percezione. Il protocollo di lavoro può essere utilizzato sia con cuccioli appositamente selezionati e preparati, sia con cani già “di famiglia”, entro i 18 mesi d’età. “Non c’è una razza prediletta, la selezione è centrata sul carattere e sull’indole del cane – precisa Incontri. “Prima  dell’addestramento vengono attentamente valutate sia le caratteristiche dell’animale che lo stato di salute del paziente. Nulla è lasciato al caso”.

Progetto Amico Cane nasce dall’esperienza dell’Associazione Aicad Onlus, da anni coinvolta in formazione cinofila d’assistenza in ambito medicale, e porta in Italia l’eredità di Debby Key, ricercatrice statunitense da anni impegnata su questo fronte.

“Nei paesi anglosassoni l’attenzione sul tema è crescente anche da parte del mondo scientifico, e questo tipo di attività è già molto diffusa – sottolinea Incontri. Applicare standard di addestramento uniformi e riconosciuti è fondamentale: per questo è necessario valorizzare il coinvolgimento di Enti di Ricerca, Ospedali e Università. Dobbiamo divulgare informazioni precise sul valore dell’attività dei Cani d’Allerta Diabetica. Lo si deve alle moltissime persone che ci chiedono aiuto, e che attraverso questo strumento assistenziale possono decisamente migliorare la loro qualità di vita”.

Una riprova incoraggiante in questo senso arriva dalla collaborazione fra Progetto Amico Cane e il reparto di Diabetologia dell’Ospedale S. Luigi di Orbassano (Torino). Un passo in avanti verso un traguardo di sensibilizzazione e di validazione scientifica dell’attività cinofila in campo medico-diabetologico. Un modello da replicare.

Aura Tiralongo