Cani e diabete: ci vuole fiuto per monitorare la glicemia

 

I cani grazie al fiuto avvertono se i livelli di zucchero nel sangue sono troppo alti o troppo bassi, aiutando il padrone a monitorare glicemia e diabete.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Bristol, nel Regno Unito, ha pubblicato sulla rivista PLoS ONE uno studio che ha coinvolto 17 cani addestrati ad avvertire i loro padroni quando i livelli di glicemia nel sangue sono fuori limite. I cani provengono dal Medical Detection Dogs, un ente benefico inglese che collabora con i ricercatori e le università.

Nicola Rooney e colleghi hanno intervistato i padroni dei cani sottoponendoli ad un questionario di 34 domande su diversi argomenti: la loro esperienza con il diabete, l’opinione che hanno del loro cane, la frequenza degli eventi di ipoglicemia prima e dopo aver accolto nella loro vita i cani addestrati. Dai dati raccolti, raccolto i dati da parte dei proprietari di analizzare se i cani erano in grado di rispondere con precisione a livelli ipoglicemici loro proprietari, e anche se i proprietari hanno avvertito un migliore controllo della glicemia e più ampi benefici.

Secondo quanto dichiarato dai padroni, i loro cani hanno saputo comunicare i cali o gli aumenti dei valori di glicemia con notevole precisione, confermata dalla statistica applicata dai ricercatori ai risultati riportati. Inoltre, grazie agli amici a quattro zampe, i loro padroni hanno effettuato meno chiamate di emergenza, hanno avuto meno episodi di svenimento e acquisito una maggiore indipendenza. saputo monitorare la glicemia, inoltre, comportato una diminuzione delle telefonate dei proprietari al personale paramedico, meno episodi inconsci e un aumento dell’indipendenza.

Rooney osserva che la presenza di cani addestrati a monitorare il diabete influisca positivamente su diversi aspetti della vita delle persone con diabete, tra cui il controllo della glicemia, l’indipendenza, la qualità della vita, e potenzialmente potrebbe ridurre i costi di assistenza sanitaria a lungo termine”.

Come i cani siano in grado di svolgere questo compito è ancora da chiarire. “E’ probabile che i cani individuino eventuali cambiamenti nella composizione chimica del sudore o il respiro (compresi i prodotti chetonici) dei loro padroni, usando il loro acuto senso dell’olfatto”, conclude Rooney.

 Alessandra Gilardini

Fonte: PLoS ONE