E ‘ben noto che le malattie più comuni, come il diabete, sono il risultato di una combinazione di fattori di rischio genetici e ambientali. Cosa li lega tra loro? Il diabete di tipo 2 è causato da una diminuzione della produzione di insulina, l’ormone che controlla il metabolismo dello zucchero nel sangue, o dalla resistenza all’insulina, l’incapacità di rispondere all’ormone che viene prodotto. L’obesità è un noto fattore di rischio del diabete di tipo 2 e la sua insorgenza è legata sia a fattori ambientali, come la dieta, che genetici. Una nuova scoperta scientifica pubblicata su Cell Metabolism ci dice come prosegue la storia.
Michael L. Multhaup della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, Stati Uniti, e colleghi hanno osservato come l’obesità innesca l’insorgenza del diabete di tipo 2 sia nei topi che negli esseri umani. Ciò avverrebbe tramite i cambiamenti epigenomici, modificazioni chimiche del DNA che influenzano il comportamento dei geni e alterano la produzione di proteine necessarie per il corretto metabolismo e la secrezione di insulina.
I ricercatori hanno iniziato da topi geneticamente identici che hanno seguito due diverse diete, trovando differenze epigenetiche tra topi cresciuti obesi e i quelli magri. Successivamente, hanno replicato i risultati in campioni di cellule grasse provenienti da persone sia magre che obese e sottoposte a bypass gastrico, un’operazione effettuata per contrastare gli stati gravi di obesità, identificando le regioni del DNA in cui i cambiamenti epigenetici venivano conservati. Queste regioni si sovrappongono a 27 loci genetici correlati a un rischio per il diabete di tipo 2. Un’analisi dell’attività dei geni associati a queste regioni ha rivelato che 4 di loro hanno un ruolo nella resistenza all’insulina.
“I topi e gli esseri umani sono separati di 50 milioni di anni di evoluzione, quindi è interessante che l’obesità provochi cambiamenti epigenetici simili a geni simili in entrambe le specie”, spiega Andrew Feinberg, Direttore del Centro per l’Epigenetica della John Hopkins e supervisore dello studio. “È probabile che quando le forniture di cibo sono molto variabili, questi cambiamenti epigenetici aiutano i nostri corpi ad adattarsi a temporanei picchi di calorie. Ma se la dieta ipercalorica continua a lungo termine, lo stesso modello epigenetico aumenta il rischio di malattie.”
Oltre a fornire nuove informazioni per lo sviluppo di farmaci, i risultati suggeriscono lo sviluppo di un test di sui cambiamenti epigenetici per identificare prima le persone a rischio di diabete, dando uno strumento di prevenzione in più contro una malattia che colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo.
Alessandra Gilardini
Fonte: Cell Metabolism