A.M.A.T.I (Alimentazione, Movimento, Autocontrollo, Trattamento, Interdisciplinarità) sarà anche un acronimo, ma non c’è nulla di più indovinato dell’imperativo Àmati per contrastare il diabete. Amarsi infatti significa anche scegliere una alimentazione sana, fare movimento e aderire alla terapia.
Lo scopo di questo progetto abruzzese, al quale hanno partecipato 60 persone tra medici, infermieri e dietisti e conclusosi recentemente, è stato quello di identificare i modi per migliorare la qualità di vita e abbattere i costi della spesa sanitaria nazionale. Si tratta di una campagna giunta alla sua seconda edizione che ha coinvolto Giulianova, ma che toccherà anche altre città italiane, mirata alla multidisciplinarità per la cura diabete. L’evento è stato organizzato da Alba Auxilia Provider Ecm4: in futuro il Provider mira a esportare il modello di questa regione, all’avanguardia per il trattamento della patologia. «Alimentazione corretta e attività fisica» afferma Silvestro De Berardinis responsabile scientifico di A.M.A.T.I. e responsabile U.O.S.V.D. Diabetologia dell’ospedale di Giulianova «sono fondamentali per una buona salute, un paziente diabetico ben educato, cioè incline a praticare attività e a mangiare sano, è sicuramente meno esposto alle complicazioni della malattia».
L’Abruzzo è al primo posto tra le regioni italiane per il numero di pazienti diabetici, ma è considerata una regione virtuosa per la scarsa insorgenza delle complicanze. Un paziente diabetico scompensato costa al sistema sanitario nazionale circa 20 mila euro l’anno, mentre quando si tiene a bada la patologia e si evitano le complicanze il costo si dimezza.
La novità del progetto A.M.A.T.I è consiste nel mettere il paziente al centro di un team di figure professionali composito, costretto a focalizzarsi anche su attività fisica e alimentazione.
«La cultura dell’alimentazione», aggiunge Giuseppe Fatati, responsabile scientifico dell’evento e direttore della struttura complessa di Diabetologia, Dietologia e Nutrizione clinica dell’Azienda Santa Maria di Terni, nonché presidente della Fondazione Adi «è imprescindibile dalla medicina moderna. Ora il progetto è pronto per essere esportato in altre località italiane e, al riguardo, lanciamo un appello agli sponsor affinché sostengano l’iniziativa». In questa due giorni medici, infermieri e dietisti non solo hanno assistito a conferenze mediche, ma anche cucinato un pasto a misura di diabetico e svolto attività fisica.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Abruzzo live