Diabete 1: scoperto gene che influenza risposta autoimmune

 

Uno studio, pubblicato su Immunity, dimostra che il gene Clec16a influenza il processo della risposta autoimmune alla base del diabete di tipo 1.

Il gene Clec16a ha un ruolo nel processo noto come autofagia. Questo fenomeno si verifica in tutti i tipi di cellule, per esempio quando s sono “affamate” per la mancanza di sostanze nutritive e sono infettate da un virus. In quest’ultimo caso, le cellule ingeriscono le proteine, le digeriscono e le mostrano sulla loro superficie cellulare.

Nel timo, un organo che si trova sopra il cuore, l’autofagia ha un ruolo molto importante. Le cellule epiteliali del timo (TEC), infatti, ingeriscono e mostrano le proteine dei tessuti del nostro corpo alle cellule T dei sistema immunitario, in modo che durante una risposta infiammatoria le cellule T siano in grado di distinguere tra virus, batteri e le nostre cellule. In caso contrario, si sviluppa una malattia autoimmune e nel caso del diabete di tipo 1 sono le cellule beta del pancreas, che producono insulina, a pagare la confusione tra “tenere” ed “eliminare”.

Cornelia Schuster e colleghi del Joslin Diabetes Center  presso la Harvard Medical School di Boston, Stati Uniti, hanno iniziato a studiare il gene Clec16a per capire se avesse un ruolo importante nella progressione della malattia. In topi geneticamente predisposti a sviluppare il diabete di tipo 1, i ricercatori hanno spento il gene Clec16a e hanno lasciato progredire la malattia.

Nella maggior parte dei topi con il gene Clec16a spento la malattia non progrediva, a differenza dei topi in cui il gene veniva attivato e che sviluppavano nel tempo il diabete di tipo 1. Per capire in che momento il gene Clec16a determinasse lo sviluppo della malattia, i ricercatori hanno effettuato nei topi con Clec16a attivo un trapianto di milza e di midollo osseo, gli organi da cui provengono le cellule T del sistema immunitario. I risultati hanno permesso di capire che il gene Clec16a influenza in modo indiretto l’azione delle cellule T, durante la loro formazione nel timo e non quando si trovano negli organi destinati a scatenare la risposta immunitaria.

Il gene Clec16a sembra essere associato anche ad altre malattie autoimmuni come la sclerosi multipla, il lupus eritematoso, la celiachia, il morbo di Crohn, l’artrite reumatoide e molte altre. “Pensiamo che il motivo per cui questo gene sia associato a tante malattie diverse è perché gioca una funzione in un meccanismo molto centrale”, precisa Stephan Kissler, ricercatore del Joslin e assistente professore alla Harvard. «Non c’è niente di specifico per il diabete di tipo 1, non c’è niente di specifico per la sclerosi multipla. Il modo con cui sono state selezionate cellule T è qualcosa che è comune a tutte queste malattie.”

“Cambiando l’autofagia nelle cellule epiteliali del timo si modifica la selezione delle cellule T, e cambiando la selezione delle cellule T si modifica il rischio di sviluppo di alcune malattie autoimmuni”, conclude Kissler.

Ora la ricerca futura passerà a cercare di a dimostrare che il gene Clec16a influenza la formazione delle cellule T anche nell’uomo, così da poter svelare il mistero di una malattia come il diabete di tipo 1.

Alessandra Gilardini

Fonte: News Release. “Joslin Research Discovery Provides Insight into Development of Autoimmunity”, Joslin Diabetes Center.