Cosa vuol dire vivere il diabete? Quali scelte si possono o non si devono fare? Ora che arriva l’estate, per esempio, bisogna ricordarsi di mettere a fianco ai costumi per il mare anche i buoni consigli su come gestire il diabete sotto l’ombrellone, o perché no durante la navigazione in barca a vela.
Vogliamo portarvi testimonianza di E., una donna e professionista con diabete di tipo 1 che non ha rinunciato alla sua passione per la barca a vela e, organizzandosi un po’, è partita per un viaggio estivo a cavallo dell’onda.
E., quando hai scoperto di avere il diabete? Ho scoperto di avere il diabete nel 2001. Mi è stato diagnosticato il diabete di tipo 1, autoimmune. Sono insulino-dipendente da allora. Inizialmente seguivo una terapia multi-iniettiva, ma dal 2006 sono in terapia con un microinfusore di insulina.
L’anno scorso, microinfusore in tasca, sei partita per un viaggio in barca con un gruppo di amici. Quanti giorni hai veleggiato e che giro avete fatto?
La nostra crociera è durata due settimane e abbiamo visitato la costa nord della Sicilia, comprese le Eolie e le Egadi. Dei posti fantastici, con scorci che da terra si possono solo immaginare.
Come si svolge una tipica giornata in barca a vela? I ritmi sono molto rilassati. Il risveglio è accompagnato dal rumore del mare e dal sorgere del sole. Poi si fa colazione tutti insieme: chi ripulisce lo spazio per mangiare, chi mette su il caffè, chi si occupa del resto… poi chi vuole si concede un bagno, tutti si incremano con la protezione solare e via: si parte! Se il vento aiuta si aprono le vele e si naviga con qualche schizzo d’acqua che rinfresca un po’. Ovviamente chi vuole può aiutare a governare la barca collaborando ad alcune semplici manovre. Altrimenti si va a motore: un po’ più noioso ma c’è tanto tempo per leggere, chiacchierare e prendere il sole! Magari nel corso della mattinata ci sta una nuotatina rinfrescante, che può essere l’occasione per vedere da vicino la costa. A pranzo, dopo un’altra nuotata, si fa un pasto veloce con un’insalatona o dei sandwich. Segue il momento del riposo pomeridiano: il sole picchia e concilia il sonno … Ancora un po’ di navigazione e paesaggi mozzafiato prima che tramonti il sole, per trovare un posto per la notte. Se c’è la possibilità si ormeggia in porto e si può scendere in paese, altrimenti si cerca una baia riparata e si butta l’ancora. Un ultimo bagno, un aperitivo, poi si prepara la cena, ricca nonostante la cucina di bordo non sia molto grande: è il cuoco che fa la differenza! Dopo cena si rassetta il pontile e si passa la serata insieme, seduti a prua, con un po’ di musica e buona compagnia.
Ci sono stati dei momenti in cui hai avuto difficoltà nel gestire il tuo diabete?
Non direi. Ho incontrato le stesse difficoltà che si incontrano nella vita quotidiana. In un paio di occasioni ho preferito evitare di tuffarmi in mare per lunghe nuotate perché la glicemia era troppo bassa o troppo alta, ma esattamente come succede a volte quando mi preparo per andare in palestra. Certo, la gestione dei pasti non è come a casa perché non c’è una dispensa ampia a cui attingere né la possibilità di andare spesso in negozio, ma con una buona organizzazione e cercando di applicare al meglio il conteggio dei carboidrati non è nulla di insormontabile.
Cosa è meglio sapere della vita in barca per potersi preparare al meglio per questa esperienza? Nulla che non sia dettato dal buon senso. La conservazione dell’insulina non è un problema perché a bordo si riesce a mantenere le scorte refrigerate. Bisogna però ricordarsi che farmacie e negozi potrebbero non essere a portata di mano, quindi consiglio di portarsi dietro il necessario per superare eventuali emergenze. Per me, che ho il microinfusore, significa mettere in conto la possibilità che si rompa, quindi avevo con me tutto il necessario per passare alla terapia multi-iniettiva. Ho poi portato un numero di set infusionali in eccesso perché con il caldo e l’acqua può essere necessario cambiarli con maggior frequenza, e un glucometro di scorta nel caso di problemi con quello in uso. Di fatto non è molto di più di quello che porto con me quando vado a fare un viaggio all’estero. La cosa fondamentale è godersi la vacanza, senza dimenticare di fare quello che si fa quotidianamente: tenere controllata la glicemia, adeguare la terapia insulinica alla dieta e all’attività fisica … E come per tutti quelli che sono in barca, non dimenticare la protezione solare e di bere tanto!
Questa prossima estate, ancora barca? Per quest’anno no perché ho deciso di passare le mie vacanze con un gruppo di amici che non apprezzano la vita in barca… ma per un altro anno chi può dirlo? Sicuramente è un’esperienza che mi piacerebbe ripetere.
Alessandra Gilardini