La notizia della necessità per tutte le donne incinte di sottoporsi al test per il diabete arriva direttamente dalla task force statunitense che si occupa della prevenzione della patologia. Il messaggio va considerato in un’ottica di medicina preventiva, necessaria e utile per evitare che situazioni potenzialmente a rischio non vengano considerate nel modo opportuno. Il diabete gestazionale subentra infatti durante la gravidanza in donne non diabetiche prima di quel momento e senza nessuna avvisaglia. Il livello di glucosio nel sangue aumenta durante la dolce attesa e solitamente questo diabete scompare dopo il parto, ma potrebbe in alcuni casi dare origine a diabete mellito di tipo 2.
Il test dovrebbe coinvolgere tutte le donne in gravidanza alla 24esima settimana, a prescindere dalla presenza di sintomi e segnali che possano far supporre la presenza di diabete gestazionale, peraltro difficili da identificare come sete eccessiva, diuresi frequente, problemi alla vista, infezioni frequenti e perdita di peso. Questa considerazione emerge a seguito di un’analisi del rapporto costi/benefici, che ha evidenziato come il beneficio sia maggiore del costo sostenuto per questo screening esteso.
Il diabete gestazionale infatti è in aumento: a oggi coinvolge il 7 per cento delle donne incinte, ma è probabile che in futuro questo valore tenderà ad aumentare, sia perché tende ad aumentare l’età in cui si fanno figli, sia perché i problemi di alimentazione e la diffusione di sovrappeso e obesità, anche nelle gestanti, sono fattori di rischio sempre più diffusi. Un’analisi precedente, che aveva analizzato i dati della letteratura scientifica fino al 2008, non aveva riscontrato questo beneficio, mentre ora gli esperti sostengono che “in assoluto i benefici dello screening prevalgono sui costi”, e continuano: “il test può abbassare i rischi di preeclampsia e complicazioni durante il parto dovute alle dimensioni eccessive del bimbo”. Il test è stato fissato alla 24esima settimana poiché sembra che lo screening non sia efficace prima di quel periodo, anche se è buona prassi parlare fin da subito con il proprio medico per stabilire un regime alimentare e uno stile di vita sano, per godere appieno dei nove mesi di gravidanza.
Eleonora Maria Viganò
Fonte: Ansa