Diabete No Limits significa abbattimento dei limiti, non come prova di forza muscolare, ma come possibilità di non identificare il diabete con un ostacolo invalicabile. È più del nome di battesimo di un’associazione sportiva, e più di un manifesto di intenti: è un inno al valore della pratica sportiva, lanciata oltre quei confini mentali che possono segnare l’esperienza e il vissuto del malato di diabete.
Impegnata a coordinare competizioni e manifestazioni sportive dedicate a persone con diabete di tipo 1, l’associazione nasce dieci anni fa a Garda, per iniziativa del fondatore Cristian Agnoli, appassionato di sport endurance. La sua attività si estende progressivamente in tutta Italia, e dal Piemonte alla Sicilia si moltiplicano decine di iniziative dedicate agli sport di resistenza: dal podismo al ciclismo, dalle maratone al triathlon.
Ampio risalto è dato al ruolo della narrazione, utile per relativizzare paure e per condividere un approccio costruttivo alla consapevolezza di sé.
“Diabete No Limits – racconta Agnoli- incoraggia la divulgazione della pratica sportiva, raccontando le esperienze di persone con diabete alle prese con le sfide dello sport di lunga durata. Il racconto del vissuto e delle emozioni del fare sport permette di andare oltre slogan come ‘con il diabete si può’, dando indicazioni sul come si può. Non ci interessa raccontare solo storie di successo: lo sport insegna che il fallimento fa parte del processo. L’esperienza dell’errore è uno strumento indispensabile per migliorarsi in vista del traguardo”.
Il valore costruttivo del fallimento è in effetti l’aspetto che più di ogni altro rende lo sport una grande metafora di ciò che attraversa la vita di ogni persona. Cambiando prospettiva, la gestione della patologia diabetica diventa il paradigma di come poter affrontare le sfide, soprattutto in attività che richiedono all’organismo lunghi periodi di sforzo. Gli atleti di Diabete No Limits dimostrano che l’occasione di arricchimento umano, atletico e terapeutico non riguarda solo chi fronteggia l’esperienza della malattia. Diabete No Limits promuove infatti stage e campus di approfondimento in cui partecipano e interagiscono sia atleti con diabete che addetti ai lavori, medici ed esperti. E organizza gare aperte al pubblico. Un approccio trasversale e inclusivo su tutti gli aspetti implicati: terapie, alimentazione, preparazione atletica, fisiologia dello sport, prevenzione degli infortuni. E “teso a formare una generazione di sportivi responsabili, sereni e consapevoli”, come da missione.
Il prossimo appuntamento è previsto per le date del 3-4-5 febbraio 2017. Si tratterà di un “Diabete No Limits Master Camp”, che si svolgerà sulle rive del Lago di Garda, vedendo impegnati 8-10 atleti in un circuito di 6,5 km da ripetersi più volte. Il Camp Laboratorio sarà una pubblica dimostrazione delle sperimentazioni in ambito endurance, ma la competizione agonistica è funzionale al rispetto di un preciso protocollo scientifico-metabolico per gli atleti con diabete di tipo 1.
Nel corso della gara verranno infatti svolti test funzionali validati da medici e professionisti dello sport. Allo scopo sarà allestita una postazione di controllo dedicata. E solo dopo aver adempiuto a tutte le fasi del protocollo, l’atleta potrà ripartire.
Aura Tiralongo