Diabete: passo avanti per avere cellule beta in provetta

 

Il diabete di tipo 1 è una malattia autoimmune caratterizzata dalla perdita delle cellule beta del pancreas, responsabili della produzione di insulina per il corretto controllo della glicemia. Tra le terapie per il diabete di tipo 1 proposte c’è il trapianto delle isole del pancreas, la parte dell’organo che contiene le cellule beta in grado di ripristinare quelle perse con la malattia. Tuttavia, per ovviare alla mancanza di donatori delle isole pancreatiche, la scienza ha lavorato negli anni per sviluppare una fonte alternativa di cellule beta, e le innovazioni della ricerca hanno permesso di ottenere le cellule beta a partire da cellule precursori del pancreas o da cellule staminali embrionali umane (hESC).

I ricercatori canadesi dell’Università della British Columbia (UCB) a Vancouver,  grazie anche alla collaborazione di un’azienda farmaceutica che opera nel campo delle biotecnologie, hanno messo a punto una procedura in vitro che trasforma le cellule staminali umane pluripotenti in cellule che producono insulina. Il protocollo è composto di 7 passaggi in grado di trasformare le cellule staminali in cellule beta in grado di produrre insulina in 6 settimane rispetto ai 4 mesi di tempo richiesti dai protocolli sviluppati e utilizzati in precedenza. Nell’ultima fase, la settima, del protocollo le cellule producono le molecole che caratterizzano le cellule beta mature del pancreas, inclusa la molecola CFP. Pur mantenendo alcune differenze dalle cellule beta mature dell’uomo, le cellule differenziate sono in grado di produrre insulina in risposta alla presenza di glucosio così come fanno le cellule delle isole del pancreas e, quando vengono iniettate in un modello animale di diabete, sono in grado di invertire la malattia.

«Siamo giunti ancora più vicini dall’avere a disposizione una sorgente illimitata di cellule produttrici di insulina, fondamentale per trattare i pazienti con diabete di tipo 1» afferma il coordinatore della ricerca Timothy Kieffer,specificando però che non si è ancora giunti ad ottenere in coltura delle cellule beta completamente funzionanti. «Le cellule che otteniamo in laboratorio producono insulina ma sono ancora immature e necessitano del trapianto nell’ospite per completare la trasformazione in cellule completamente funzionanti».

Nonostante le limitazioni ancora da superare, il lavoro pubblicato su Nature Biotechnology rappresenta un importante passo avanti nel trattamento del diabete. La ricerca continua, restate connessi.

Alessandra Gilardini

Fonte: Nature Biotechnology