Il diabete è una malattia complessa ed eterogenea. Innanzitutto possiamo parlare di vari tipi di diabete: insipido e mellito, per esempio, e all’interno di quello mellito troviamo il diabete di tipo 1, 2 e gestazionale. Ma non solo, anche chi soffre di questa patologia ha delle caratteristiche personali che rendono la malattia stessa unica per il modo di presentarsi, per la gestione e i possibili effetti sulla vita quotidiana. Per quanto riguarda il diabete di tipo 2 nel mondo ne soffrono 346 milioni di persone. Si tratta di una vera e propria epidemia, che non ha alcuna intenzione di fermarsi. Nel 2025 si parla di previsioni che stimano un numero di casi pari a circa un miliardo. Il 10% di questi si riferiscono al diabete di tipo 1, mentre ben il 90% hanno a che fare con obesità e sovrappeso.
Le persone colpite sono tantissime, con caratteristiche così diverse che è per questo che il diabete ha molte facce. C’è il paziente che ha un diabete lieve, controllato con la dieta, oppure quello che deve prendere farmaci per via orale e ancora quello che ha bisogno delle iniezioni di insulina più volte al giorno. Uno studio chiamato Dawn2 ha valutato l’impatto del diabete nella vita di chi ne soffre, coinvolgendo 15mila persone, soprattutto diabetici, ma anche i familiari e gli operatori sanitari di 17 Paesi di 4 continenti. «Il diabete non comporta solo il rischio di gravi complicanze a cuore, reni, occhi, quando non è tenuto adeguatamente sotto controllo – commenta Antonio Nicolucci, responsabile del Dipartimento di farmacologia clinica ed epidemiologia della Fondazione Mario Negri Sud -, ma provoca, appunto, un distress che può essere definito come il peso psicologico che il malato percepisce nel dover gestire una patologia che è cronica e il proprio futuro. Nel nostro Paese un paziente su due lamenta questo disagio, legato alla gestione della cura e anche alla discriminazione di cui è oggetto. Un dato significativamente maggiore rispetto alla media europea, che si attesta attorno al 40 per cento. Tanto per fare un esempio solo un olandese su cinque si lamenta».
Quello che si è visto è che la malattia ha conseguenze pesanti a livello fisico e psicologico, soprattutto per coloro che devono iniettarsi l’insulina. In alcuni casi oltre al disagio troviamo anche depressione, soprattutto nelle donne. Infine, s è visto che anche i familiari vivono il disagio della malattia, e che ancora permane una forte componente discriminatoria nei confronti della persona con diabete, soprattutto sul lavoro.
Eleonora M. Viganò
Fonte: Corriere.it