L’Amd sta infatti completando anche la definizione delle “Linee-Guida delle cure mediche per i pazienti con il diabete mellito”, in sintonia con le indicazioni dell’American diabetes association”: questo potrà essere un contributo importante per l’ulteriore miglioramento dell’assistenza in Italia.
Tra gli obiettivi primari dell’Associazione dei diabetologi vi è poi quello di scattare una precisa fotografia della situazione italiana: si vuole cioè andare oltre le pur attendibili stime che parlano di 3 milioni di diabetici di tipo 2, a cui bisogna aggiungere 1-1,2 milioni di diabetici che non sanno di esserlo. Per avere un quadro più concreto, Amd intende sviluppare ulteriormente il proprio database, File Dati, che raccoglie i dati clinici completi di oltre 135mila pazienti assistiti da oltre 75 centri di diabetologia nel nostro Paese. In prospettiva si cercherà di coprire in tempi brevi almeno cento centri, per valutare la crescita del diabete e la qualità dell’assistenza.
Sul fronte delle complicanze, invece procede lo studio Dai, giunto al suo quarto anno, dedicato in particolare ai problemi macrovascolari dei pazienti diabetici. Lo studio, multicentrico sta raccogliendo i dati di oltre 14mila pazienti diabetici seguiti da 175 strutture nazionali. Su questa base si potranno migliorare i Percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali (Pdta), la metodologia di gestione del paziente, fondata sull’analisi del processo di cura, sulla centralità del paziente, sul miglioramento continuo dell’efficacia e dell’efficienza, e sull’integrazione tra i diversi livelli assistenziali. “I Ptda sono l’ultimo passo nell’evoluzione della gestione del paziente diabetico -spiega il presidente Valentini- e migliorano decisamente la qualità della vita del paziente, il controllo metabolico, e la distribuzione delle risorse disponibili”.