Ella Fitzgerald

Nel 1934 una timida ragazzina di colore fa il suo debutto come cantante sul palcoscenico dell’Harlem Apollo Theatre, durante la serata dedicata agli artisti dilettanti. È difficile immaginare un inizio più casuale. La giovane si presenta come ballerina, ma una crisi di nervi le impedisce qualunque movimento: una volta fuori dalle quinte è il panico. Il presentatore la invita a darsi da fare, a non rimanere così immobile; e lei comincia a cantare. Nonostante l’insicurezza vince il primo premio. La ragazzina di cui stiamo parlando è Ella Fitzgerald, la futura regina del Jazz. Quella sera stessa è notata da Chick Webb, che la vuole come cantante della sua band. È l’inizio di una lunghissima e luminosa carriera. La giovinezza di Ella è difficile: nasce nel 1917 a Newport (Stati Uniti) e rimane orfana all’età di 15 anni. Passa parte della sua adolescenza nell’orfanotrofio di Riverdale, l’unico della zona che accetti ragazzi di colore. È poi trasferita nel riformatorio di New York: un luogo terribile, dove gli abusi fisici sugli “ospiti” sono la regola. Ella scappa da questo inferno e si rifugia ad Harlem, il quartiere dei neri newyorkesi, dove vive nelle strade. Fino alla serata all’Harlem Apollo. La sua carriera abbraccia sei decadi di storia della musica; la sua voce dal timbro inimitabile fa di lei uno dei miti del Jazz. Pochi sanno che Ella Fitzgerald soffrì di diabete per molti anni della sua vita. La malattia lasciò segni pesanti sulla salute della cantante: la costrinse a sottoporsi, a partire dagli anni ’70, ad alcuni delicati interventi agli occhi che non servirono, però, a impedire che perdesse la vista. Nel 1992 le furono amputate entrambe le gambe al di sotto del ginocchio, sempre a causa delle complicanze del diabete. La malattia l’accompagnò fino alla morte che la colse nel 1996, all’età di 78 anni. Il diabete non fu mai un ostacolo alla carriera di Ella: continuò ad esibirsi con entusiasmo fino al 1992, quasi ignorando i consigli dei medici che volevano evitasse eccessivi strapazzi