Eppure arriverà la nave della salvezza

Tratto dalle Lezioni di educazione sanitaria del prof. Sergio Marigo

Una domanda angosciosa e prepotente si erge nel cuore: che ne sarà del mio avvenire? Per quanto tempo ancora sarà efficiente e autonomo? Il diabetico all’atto della diagnosi è un po’ come un naufrago che scruta l’orizzonte sperando di vedere arrivare la nave della salvezza.
Legittime domande che danno diritto a risposte equilibrate e documentate, ma anche senza peli sulla lingua. Bene, allora proviamoci un po’ a farlo insieme.

Anzitutto è possibile oggi la guarigione del diabete?
La risposta non può essere che negativa. Neanche con il trapianto del pancreas è possibile ottenere la guarigione nel vero senso della parola: qualche volta è possibile sospendere l’insulina, ma anche nella migliore delle ipotesi, devono essere fatte altre terapie per evitare il rigetto dell’organo trapiantato. Nella grande maggioranza dei casi, il trapianto non vuol dire miracolosa guarigione e quasi sempre non è possibile scordarsi per sempre di avere il diabete.
Nel diabete di tipo 1, soprattutto nei bambini, in circa metà dei casi, a distanza di alcune settimane o alcuni mesi dall’esordio, subentra una fase di miglioramento che riempie di stupore e di speranza il giovane e la sua famiglia. Purtroppo, però, si tratta si una fase transitoria che si esaurisce in poche settimane o qualche mese, lasciando il passo ad un diabete definitivo. I medici chiamano questa fase “luna di miele” del diabete. E si sa che la luna di miele ha sempre un suo termine col ritorno a casa degli sposi. Qualche volta, a casa della suocera!
Anche il diabete di tipo 2, quello dell’adulto, non consente una vera e propria guarigione. Quando è lieve ed è preceduto e accompagnato dall’obesità, può anche sparire se e quando viene realizzato un rapido e cospicuo dimagrimento per mezzo di uno stretto regime dietetico. Ma anzitutto non sempre si realizza questo dimagrimento e poi non sempre il diabete scompare con esso. Anche nei casi più favorevoli occorrerà comunque fare molta attenzione all’alimentazione per rimandare il più possibile quella ripresa del diabete che è sempre là, dietro l’angolo.

Ma se la guarigione non è possibile, è evitabile che le complicanze del diabete presto o tardi mi travolgano?
A questa seconda domanda la risposta è fortunatamente positiva. Oggi è possibile convivere a lungo con il diabete, tenerlo a bada con giudizio ed evitare che le sue complicanze ci rechino minorazioni tali da renderci non autosufficienti. Dipende molto da come siamo in grado di applicare quanto ci viene prescritto e dalla consapevolezza che da ciò dipende tutto il nostro futuro.
Naturalmente nessuno è immortale e la vita ha un suo fatale traguardo per tutti, ma noi diabetici, proprio perché ci controlliamo di sovente, abbiamo il modo di mettere le mani avanti, più e meglio di chi, perchè sano, non pensa neanche lontanamente di avere chissà quanti nemici in casa.
Ma le statistiche dove le mettiamo? Quelle parlano di una vita più breve di noi diabetici, o no? Già, ma abbiamo mai pensato di quali diabetici sono composte quelle tabelle di sopravvivenza? Vi si parla di 40-50 anni di osservazione: ebbene quelle tabelle sono composti da diabetici che hanno iniziato a curarsi mezzo secolo fa, quando del diabete si sapeva poco o nulla, quando l’insulina era impura e debole, quando far la glicemia o la glicosuria era un’impresa da titani.
Noi diabetici della nostra epoca tecnologicamente avanzata scriveremo le nuove tabelle di sopravvivenza che saranno certamente più soddisfacenti di quelle del passato che tanti ci sventolano sadicamente sotto il naso.

Ma insomma, io dovrò fare l’insulina tutta la vita?
Questo sì, perché se questo ormone manca nel nostro organismo dovremo pure reintegrarlo dall’esterno. Ma è anche certo che in un domani lo faremo in un modo più comodo, sicuro ed efficace. In tutto il mondo si studia per ottenere questo risultato e vedrete che passo per passo molte cose potranno cambiare.
Pensiamo all’insulina di 30-40 anni orsono, così impura e pericolosa per improvvise reazioni, alle siringhe di vetro con aghi grossi sempre spuntati e confrontiamola con l’attuale insulina umana e con le siringhe monouso dagli aghi sottilissimi. Pensiamo alla possibilità di farci la glicemia da soli e solo in 60 secondi. Pensiamo ai microiniettori di insulina… Se n’è fatta di strada! Chissà tra 10 anni, forse prima, quante diavolerie i nostri diabetologi e tecnici di varie industrie avranno inventato!
La nave della salvezza che vediamo all’orizzonte è forse più vicina di quanto noi crediamo.