Escalation made in Usa

Escalation made in Usa

Nella ricca America del nord aumentano sempre più rapidamente i casi di diabete, con conseguente impennata continua della spesa per cura e terapia. E il diabete di tipo 2 si fa strada anche fra i giovanissimi

Oltre diciassette milioni di americani sono diabetici e la spesa per curare la patologia si fa sempre più alta: nel 2007 il costo per le spese mediche è arrivato a 116 miliardi di dollari, ai quali si stima di doverne aggiungere altri 58 per ridotta produttività nazionale, per un totale di 174. Sono dati ricavati da un recente studio pubblicato dalla rivista “Diabetes Care” che confermano da un lato l’escalation dell’epidemia e dall’altro la necessità, sempre più impellente, di agire puntualmente sul fronte della prevenzione. La crescita incontrollabile dei costi di una condizione di salute sempre più diffusa dovrebbe suscitare dubbi anche sull’efficacia di un sistema prevalentemente privatistico come quello statunitense, che non incoraggia la programmazione della politica sanitaria e non garantisce assistenza a tutta la popolazione.
In una recente conferenza stampa, all’Università di Milano, il professor Franco Folli, direttore della divisione di diabetologia della University of Texas Health science centre di San Antonio, sottolineava, proprio a proposito di diabete, i danni causati dal fatto che negli Stati uniti parecchi milioni di cittadini non hanno una assicurazione sanitaria: “Non essendo assicurata, una larga parte di popolazione non fa prevenzione, nemmeno i controlli più semplici, come quello della glicemia, l’elettrocardiogramma, la colesterolemia”.
Non fare adeguata prevenzione significa poi dover affrontare alti costi per la cura. Dal punto di vista della spesa medica diretta per curare il diabete, si valuta che i costi si aggirino intorno ai 27 miliardi di dollari. Altri 58 occorrono per far fronte alle complicanze croniche e 31 per spese di medicina generale.
L’assistenza ospedaliera assorbe il 50% dei costi totali, il 12% è impiegato per farmaci e presidi, l’11% per prescrizioni riguardanti le complicanze e il 9% per visite.
Una persona diabetica deve spendere ogni anno per la salute circa 11.744 dollari, 6649 dei quali attribuibili direttamente al diabete. Le spese sono oltre il doppio di quelle dei non diabetici. In questo studio, peraltro, non sono stati presi in considerazione altri fattori che incidono sulla spesa complessiva: i costi amministrativi per le cure sanitarie, i farmaci senza prescrizione medica, la formazione, la ricerca e lo sviluppo delle infrastrutture. D’altra parte, l’indagine richiama l’attenzione sul fatto che l’onere (economico e no) del diabete si ripercuote su tutta la società: premi di assicurazione più elevati pagati dagli assicurati e dai datori di lavoro, guadagni ridotti per la perdita di produttività e abbassamento della qualità della vita per le persone affette da diabete e per le loro famiglie.
Ma proprio negli Usa si segnala anche un altro fenomeno emergente che rende il quadro generale ulteriormente allarmante: fra i giovani i casi di diabete di tipo 2 (quello fino a ieri considerato “dell’età adulta”) sono il doppio di quelli di tipo 1. Addirittura il 2% dei teenager americani è affetto dal diabete di secondo tipo, mentre il tipo 1 riguarda circa l’1%. Quali possono essere le cause di questa inattesa progressione? Innanzitutto, certamente la percentuale crescente di giovani in sovrappeso o dichiaratamente obesi, conseguenza diretta di stili di vita dannosi e sbagliati, ma assai diffusi: alimentazione squilibrata e insufficiente o minima attività fisica.