La Fand, l’associazione italiana diabetici, ribadisce il suo dissenso alla gara d’appalto per la scelta del glucometro. Si tratta di una decisione della Regione Lombardia che appunto vorrebbe uniformare la scelta dello strumento di misurazione della glicemia, considerando un singolo fornitore scelto attraverso una gara d’appalto. L’associazione si era già espressa negativamente ad aprile, insieme ad altre realtà associative e non, collegate al diabete.
Il motivo per cui vi è contrarietà risiede nel rapporto particolare del paziente con il suo strumento. Ciascuno è infatti diverso e risponde a differenti esigenze. In più per molti significherebbe cambiare senza motivi clinici e mettendo a rischio la continuità terapeutica.
«Esprimiamo contrarietà e sosteniamo la preoccupazione già espressa in occasione della Giornata mondiale del diabete dal collega e amico Sergio Raffaele, presidente onorario dell’associazione Amici del diabetico di Milano e coordinatore per la Lombardia della Giornata Mondiale del Diabete 2015, circa la scelta della Regione di affidare a una gara d’appalto la fornitura dei presidi per le persone col diabete». Così la a Fand-Associazione italiana diabetici, per bocca del suo coordinatore regionale, Tamara Grilli, torna a contestare la scelta regionale.
Secondo l’associazione, i criteri scelti per la gara sono confusi e contengono errori formali e sostanziali, nonché addirittura inesattezze cliniche. Tra le questioni criticate, la Fand cita, ad esempio, il capitolato tecnico, dove «la Regione Lombardia restringe le norme UNI EU ISO 2013 in modo arbitrario e non rispondente a dati clinico-terapeutici, anzi in contraddizione. Viene attribuita al produttore la competenza della formazione della persona con diabete all’uso dello strumento; ciò in contrasto con la legge 115/87 che tutela i diritti delle persone con diabete e con il Piano Nazionale per la malattia diabetica, che attribuiscono tale compito al diabetologo e al personale sanitario. Non si tratta, infatti, semplicemente di operare i comandi di uno strumento, ma di saper interpretare, a tutela della propria salute, i dati che lo stesso rileva».
Anche i conti sui tempo e i modi di sostituzione dei glucometri non tornano, come spiega Grilli: «si afferma che gli strumenti saranno sostituiti al 70% nel primo anno. Facciamo due conti: Il 70% delle 370mila persone che in Lombardia effettuano l’autocontrollo glicemico è pari a 259mila: per fare la sostituzione servono almeno 90mila ore di lavoro di un medico o di un infermiere – i soli che possono farla secondo la legge -, vale a dire un anno intero di lavoro di 50 professionisti. Facciamo un altro calcolo. Immaginiamo che gli ambulatori di Diabetologia dedichino a questa sostituzione 12 ore al giorno per 5 giorni a settimana: si sostituirebbero circa mille glucometri al giorno, tutti i giorni».
Si tratta di tempistiche impensabili e in netto contrasto con la necessità di formare adeguatamente la persona con diabete che dovrà utilizzare lo strumento quotidianamente. L’alternativa, per il Fand, esiste, affinché si possa rispettare la continuità terapeutica e associarla al risparmio per le casse del SSN. Si tratta di stabilire un costo standard di rimborso e avere la possibilità di rivolgersi a più fornitori.
«Sino ad oggi – fa notare Fand – il glucometro è per lo più fornito gratuitamente dalle case produttrici ai centri di diabetologia, che consegnano lo strumento alle persone scegliendolo in base alle caratteristiche individuali del singolo; siamo proprio sicuri che si debbano fare delle gare di appalto per iniziare ad acquistarli?».
Fonte: Quotidiano Sanità