L’uso di antipsicotici per i disturbi mentali e comportamentali nell’infanzia porta, oltre a problemi di peso, al raddoppio del rischio di diabete di tipo 2.
Gli antipsicotici sono una classe di farmaci solitamente prescritti ai bambini con disturbi mentali gravi, come la schizofrenia o il disturbo bipolare, o in caso di gravi ritardi nello sviluppo che portano ad un comportamento aggressivo e potenzialmente dannoso per se stesso o per gli altri. Da molto tempo, però, gli antipsicotici vengono sempre più prescritti anche per il trattamento dei disturbi comportamentali come il deficit di attenzione e iperattività (ADHD). L’uso degli antipsicotici può portare a disturbi metabolici, ma questo legame non è stato mai supportato da dati consistenti. Uno studio pubblicato su JAMA Pediatrics, il più grande realizzato finora, dimostra che l’uso degli antipsicotici durante l’infanzia aumenti in modo significativo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
David Rubin e i ricercatori del PolicyLab al Children Hospital of Philadelphia (CHOP) hanno analizzato i dati nazionali di oltre 1,3 milioni di giovani inscritti tra il 2003 ed il 2007 ai Centri Medicaid, strutture che forniscono i farmaci di prescrizione per i problemi comportamentali non gravi. I giovani avevano una età compresa tra 10 e 18 anni, una diagnosi di disturbo comportamentale e non avevano il diabete. Oltre ai farmaci prescritti per i disturbi comportamentali, alcuni di loro assumevano anche farmaci antidepressivi. I ricercatori hanno seguito i giovani per un periodo di quasi 18 mesi.
Nei giovani che fanno uso di antipsicotici, il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 è risultato quasi il doppio, soprattutto durante l’uso contemporaneo di antidepressivi. Rubin e colleghi, però, sottolineano l’importanza di non creare degli allarmismi. Il rischio di base di diabete di tipo 2 tra i giovani non esposti agli antipsicotici nello studio era solo 1 su 400, in aumento di 1 a 260 tra quelli che facevano uso di antipsicotici, e al massimo a 1 su 200 tra coloro che assumevano antipsicotici e antidepressivi contemporaneamente. “Dovremmo cercare, con tutti i mezzi possibili, di ridurre al minimo il numero di bambini e adolescenti esposti a questi potenti farmaci. Ma per alcuni bambini con una necessità immediata, dobbiamo concedere anche che il vantaggio dell’uso dell’antipsicotico per la gestione dell’episodio acuto può ancora essere superiore al rischio”.
Gli autori dello studio suggeriscono, quindi, una valutazione periodica della strategia di trattamento da parte di medici e familiari dei bambini che fanno uso di antipsicotici. Le raccomandazioni, infatti, parlano di iniziare il trattamento con antipsicotici con cautela, partendo dalla dose più bassa possibile e monitorando gli aumento di peso e i test di laboratorio anomali che spesso prevedono l’insorgenza del diabete. Lo stesso monitoraggio periodico, infine, dovrebbe affrontare anche la ricerca della causa emotiva alla base del disturbo comportamentale, per “portare il bambino fuori dall’uso degli antipsicotici nel più breve tempo possibile, una volta che questi problemi sono più adeguatamente affrontati”, conclude Rubin.
Alessandra Gilardini
Fonte: Jama Pediatrics