Fatevi dire buon giorno dalla bilancia

Tratto dalle Lezioni di educazione sanitaria del prof. Sergio Marigo
Se nella sala d’attesa del Centro antidiabetico ci guardiamo intorno, è facile giungere alla conclusione che, chi più, chi meno, un po’ di pancetta ce la portiamo tutti appresso. Sembra quindi facile la conclusione che il diabete fa metter pancia. Elementare Watson!
Piano, non precipitiamo le cose. Se infatti ci mettiamo a parlare con gli interessati, possiamo facilmente realizzare che in tutti la pancetta (o la panciona) era già presente da decenni prima che insorgesse il diabete. Questi diabetici una volta erano chiamati “diabetici grassi”. Ma in queste parole c’era un errore temporale in quanto si sarebbe dovuto parlare semmai di “grassi diabetici” in quanto è l’obesità che ha preceduto nel tempo il diabete e non il contrario.
Sembrerebbe quindi che l’eccesso di peso abbia causato il diabete. Non è proprio così, ma certo adesso siamo più vicini al vero.
Se l’obesità da sola fosse causa del diabete, allora gli obesi prima o poi diverrebbero tutti diabetici. Per fortuna non è così. Basti pensare che almeno metà della popolazione, soprattutto quella che vive in città, è formata da persone in sovrappeso, mentre è noto che il diabete interessa una persona su venti circa. Come risolvere il rompicapo?
Per sciogliere il dilemma basta ricordare che l’obesità è tipica, anche se non esclusiva, del diabete non insulino dipendente (NIDDM), quello che un tempo si chiamava tipo 2, tanto che su 10 diabetici NIDDM 8 sono in sovrappeso così da rappresentare, come abbiamo detto, la grande maggioranza dei diabetici presenti nella sala d’attesa d’un Centro antidiabetico. E occorre ricordare anche che questo tipo di diabete ha una forte familiarità in quanto ben pochi sono i diabetici NIDDM che non abbiano almeno un parente più o meno lontano diabetico.
È così facile giungere alla conclusione che se l’obesità è causa di diabete, diverranno diabetici solamente gli obesi che ne abbiano ereditato la predisposizione. In altre parole, si nasce con la predisposizione al diabete, si diviene obesi in età più o meno precoce e, dopo decenni di onorata obesità, compare il diabete. Per questo l’obeso che non è predisposto al diabete non diviene diabetico e il soggetto predisposto al diabete, ma che non è obeso, sviluppa il diabete di rado e solo in presenza di particolari situazioni.
Per confermare che tutto questo è vero, facciamo la prova del nove. Supponiamo allora un uomo, con una vistosa pancetta e figlio di madre diabetica, che sviluppi un diabete non insulino dipendente e che, dietro consiglio del suo medico, cambi il suo stile d’alimentazione. Se il nostro eroe riesce a dimagrire e raggiungere velocemente il suo peso ideale, vedrà scomparire il suo diabete. Resterà sempre un predisposto perché la madre non può essere cambiata, ma il suo diabete farà un passo indietro. Prova del nove riuscita!
Vogliamo allora trarre delle conclusioni operative? L’obeso divenuto diabetico se e quando precocemente riesce a perdere i chili che ha di troppo, quasi sempre vede scomparire il suo diabete e torna ad essere soltanto un ex obeso ed ex diabetico anche se sempre predisposto all’obesità e al diabete. Se invece si ingolfa di pillole per scantonare l’impegno di un’adeguata dieta e non realizza un consistente dimagramento, allora il suo diabete diviene definitivo e richiede dapprima l’uso di pillole ipoglicemizzanti e poi, dopo anni di scarso impegno dietetico, anche l’insulina.
Ciò significa che tutte le forme di diabete NIDDM insorte in soggetti con sovrappeso, attraversano un momento magico e irripetibile quando si trovano nella fase che segue immediatamente la diagnosi in quanto con un po’ di volontà possono vedere scomparire il diabete appena comparso.
Ma allora, si dirà, noi che da tempo siamo diabetici, è inutile che facciamo tanti sacrifici a tavola per perdere qualche chiletto, tanto diabetici siamo e diabetici resteremo!
Questo non è vero. L’obeso da tempo diabetico realizza sempre un buon miglioramento con il dimagramento, anche se il suo diabete non è più recente. Perdendo peso infatti potrà accorgersi di non aver bisogno di pillole ipoglicemizzanti o di averne bisogno di meno o di riuscire finalmente a regolare meglio la sua glicemia con la stessa dose di farmaco. Senza contare tutti i vantaggi che il dimagramento comporta sopra il lavoro del cuore, la pressione arteriosa e la migliorata agibilità che consente un’attività fisica più valida. E non dimentichiamo che l’obeso da lungo tempo diabetico deve spesso passare alla terapia insulinica soltanto perché ha perpetuato per anni quelle abitudini alimentari che avevano fatto di lui prima un obeso e poi anche un diabetico. Perdere peso vuol dire perciò evitare questo scivolamento verso la terapia insulinica o quanto meno ritardarlo.
Molti diabetici si chiederanno di quanti chili occorra dimagrire per ottenere questo risultato. La risposta corretta è che ciascuno dovrebbe raggiungere il proprio peso ideale o quanto meno avvicinarsi il più possibile a detto peso. E per conoscere il proprio peso ideale, basta conoscere la propria altezza e fare il semplice calcolo riportato nella tabella.

Calcolo del peso ideale:

Nell’adulto maschio
Peso ideale = altezza in centimetri – 100
Nell’adulto femmina
Peso ideale = altezza in centimetri – 104

Morale della favola, tutti i diabetici, soprattutto quelli in sovrappeso, dovrebbero possedere una bilancia personale con la quale avere un…incontro ravvicinato ogni mattina, sempre alla stessa ora e nelle stesse condizioni. Sono previste urla di gioia per ogni mezzo chilo perso. Va da se che, oltre alla bilancia, occorre avere anche molta pazienza e molta perseveranza.

Sai rispondere a queste domande?

Se nella sala d’attesa del Centro antidiabetico ci guardiamo intorno, è facile giungere alla conclusione che, chi più, chi meno, un po’ di pancetta ce la portiamo tutti appresso. Sembra quindi facile la conclusione che il diabete fa metter pancia. Elementare Watson! Piano, non precipitiamo le cose. Se infatti ci mettiamo a parlare con gli interessati, possiamo facilmente realizzare che in tutti la pancetta (o la panciona) era già presente da decenni prima che insorgesse il diabete. Questi diabetici una volta erano chiamati “diabetici grassi”. Ma in queste parole c’era un errore temporale in quanto si sarebbe dovuto parlare semmai di “grassi diabetici” in quanto è l’obesità che ha preceduto nel tempo il diabete e non il contrario. Sembrerebbe quindi che l’eccesso di peso abbia causato il diabete. Non è proprio così, ma certo adesso siamo più vicini al vero. Se l’obesità da sola fosse causa del diabete, allora gli obesi prima o poi diverrebbero tutti diabetici. Per fortuna non è così. Basti pensare che almeno metà della popolazione, soprattutto quella che vive in città, è formata da persone in sovrappeso, mentre è noto che il diabete interessa una persona su venti circa. Come risolvere il rompicapo? Per sciogliere il dilemma basta ricordare che l’obesità è tipica, anche se non esclusiva, del diabete non insulino dipendente (NIDDM), quello che un tempo si chiamava tipo 2, tanto che su 10 diabetici NIDDM 8 sono in sovrappeso così da rappresentare, come abbiamo detto, la grande maggioranza dei diabetici presenti nella sala d’attesa d’un Centro antidiabetico. E occorre ricordare anche che questo tipo di diabete ha una forte familiarità in quanto ben pochi sono i diabetici NIDDM che non abbiano almeno un parente più o meno lontano diabetico. È così facile giungere alla conclusione che se l’obesità è causa di diabete, diverranno diabetici solamente gli obesi che ne abbiano ereditato la predisposizione. In altre parole, si nasce con la predisposizione al diabete, si diviene obesi in età più o meno precoce e, dopo decenni di onorata obesità, compare il diabete. Per questo l’obeso che non è predisposto al diabete non diviene diabetico e il soggetto predisposto al diabete, ma che non è obeso, sviluppa il diabete di rado e solo in presenza di particolari situazioni. Per confermare che tutto questo è vero, facciamo la prova del nove. Supponiamo allora un uomo, con una vistosa pancetta e figlio di madre diabetica, che sviluppi un diabete non insulino dipendente e che, dietro consiglio del suo medico, cambi il suo stile d’alimentazione. Se il nostro eroe riesce a dimagrire e raggiungere velocemente il suo peso ideale, vedrà scomparire il suo diabete. Resterà sempre un predisposto perché la madre non può essere cambiata, ma il suo diabete farà un passo indietro. Prova del nove riuscita! Vogliamo allora trarre delle conclusioni operative? L’obeso divenuto diabetico se e quando precocemente riesce a perdere i chili che ha di troppo, quasi sempre vede scomparire il suo diabete e torna ad essere soltanto un ex obeso ed ex diabetico anche se sempre predisposto all’obesità e al diabete. Se invece si ingolfa di pillole per scantonare l’impegno di un’adeguata dieta e non realizza un consistente dimagramento, allora il suo diabete diviene definitivo e richiede dapprima l’uso di pillole ipoglicemizzanti e poi, dopo anni di scarso impegno dietetico, anche l’insulina. Ciò significa che tutte le forme di diabete NIDDM insorte in soggetti con sovrappeso, attraversano un momento magico e irripetibile quando si trovano nella fase che segue immediatamente la diagnosi in quanto con un po’ di volontà possono vedere scomparire il diabete appena comparso. Ma allora, si dirà, noi che da tempo siamo diabetici, è inutile che facciamo tanti sacrifici a tavola per perdere qualche chiletto, tanto diabetici siamo e diabetici resteremo! Questo non è vero. L’obeso da tempo diabetico realizza sempre un buon miglioramento con il dimagramento, anche se il suo diabete non è più recente. Perdendo peso infatti potrà accorgersi di non aver bisogno di pillole ipoglicemizzanti o di averne bisogno di meno o di riuscire finalmente a regolare meglio la sua glicemia con la stessa dose di farmaco. Senza contare tutti i vantaggi che il dimagramento comporta sopra il lavoro del cuore, la pressione arteriosa e la migliorata agibilità che consente un’attività fisica più valida. E non dimentichiamo che l’obeso da lungo tempo diabetico deve spesso passare alla terapia insulinica soltanto perché ha perpetuato per anni quelle abitudini alimentari che avevano fatto di lui prima un obeso e poi anche un diabetico. Perdere peso vuol dire perciò evitare questo scivolamento verso la terapia insulinica o quanto meno ritardarlo. Molti diabetici si chiederanno di quanti chili occorra dimagrire per ottenere questo risultato. La risposta corretta è che ciascuno dovrebbe raggiungere il proprio peso ideale o quanto meno avvicinarsi il più possibile a detto peso. E per conoscere il proprio peso ideale, basta conoscere la propria altezza e fare il semplice calcolo riportato nella tabella. Calcolo del peso ideale: Nell’adulto maschio Peso ideale = altezza in centimetri – 100 Nell’adulto femmina Peso ideale = altezza in centimetri – 104 Morale della favola, tutti i diabetici, soprattutto quelli in sovrappeso, dovrebbero possedere una bilancia personale con la quale avere un…incontro ravvicinato ogni mattina, sempre alla stessa ora e nelle stesse condizioni. Sono previste urla di gioia per ogni mezzo chilo perso. Va da se che, oltre alla bilancia, occorre avere anche molta pazienza e molta perseveranza.