Francesca Romano e la sua storia a zucchero zero

“Mi chiamo Francesca e la mia mission è: prevenire o tardare l’insorgenza del diabete attraverso un’alimentazione corretta”
Questo è quello che si legge sotto la sua foto, che la ritrae sorridente e raggiante, all’interno di uno spazio che si è creata con cura e dedizione: il suo blog.

Sto parlando di “A zucchero zero”, un titolo che lascia presagire già di per sé le intenzioni dell’autrice. Mentre il sottotitolo, in sole tre parole, svela la sua storia personale: Io, lui & il prediadete.
Lui è Uccio, suo marito. E il prediabete gli è stato diagnosticato qualche anno fa.
Ma cosa si intende per prediabete?
Si tratta di una condizione che rappresenta un potenziale campanello d’allarme per l’insorgenza di diabete di tipo 2. Nel prediabete la glicemia è maggiore del normale, ma non è così alta da permettere di diagnosticare il diabete. Il prediabete è una condizione sulla quale è possibile intervenire e che è possibile arginare effettuando modifiche nel proprio stile di vita, attraverso un’alimentazione equilibrata e un’adeguata attività sportiva.

Questo è quanto Francesca e Uccio si sono sentiti dire.
Il fatto che ci fosse un margine, una possibilità d’intervento e miglioramento; il fatto che, in poche parole, si potesse agire concretamente per evitare l’insorgere del diabete di tipo 2, ha mosso qualcosa di molto profondo in Francesca.
Qualcosa che può scattare soltanto quando si parla di qualcuno che amiamo e che vogliamo possa stare bene il più a lungo possibile.
Si è rimboccata le maniche e ha detto: “Da oggi si cambia”. Si è rivolta all’associazione diabetici di Ragusa per conoscere più a fondo il problema, e il medico dell’associazione le ha fornito uno schema alimentare da seguire. Ha iniziato, così, a pensare a un nuovo stile di vita.
Nello stesso periodo, nel 2017, nella città di Ragusa, c’era la possibilità di fare un corso per food blogger.
«Ho unito le due cose, comprendendo quanto fosse importante riconsiderare in toto il valore dell’alimentazione».

Ogni suo piatto si basa su accostamenti di alimenti bilanciati, che contengano carboidrati, proteine e grassi. Si tratta di ricette con pochi ingredienti, nelle quali il punto forte non è la quantità ma la qualità. Spesso sono piatti unici che si preparano in venti, trenta minuti.
Ed è interessante scoprire che la cucina non è sempre stata una sua passione.
«Era il regno di mia madre. Ho cominciato ad approcciarla una volta uscita di casa. È stata un’urgenza, perché non volevo far sentire il mio compagno in perenne dieta e in perenne rinuncia. Tutt’altro. Volevo che le nostre scelte alimentari fossero vissute come un’alternativa, un modo diverso di mangiare. La privazione scaturisce una reazione psicologica immediata: se non posso averlo, ne voglio di più.
La mia filosofia è: puoi averlo, ma un po’ modificato.
È un percorso che facciamo insieme. Io mangio allo stesso modo e ne ho tratto numerosi benefici. Avevo sempre difficoltà nella digestione, ma ho completamente risolto il problema».

Nel blog di Francesca Romano si possono trovare rivisitazioni anche di grandi classici, come la scaccia ragusana, fatta con un impasto integrale di semola e 24 ore di lievitazione.
E poi ci sono consigli utili, come: sciacquare la pasta o soffriggere la cipolla con acqua o vino bianco, usare l’olio a crudo, e prima di ogni pasto assumere verdure.
Molto importante anche la creazione di un piano alimentare nel quale disporre gli alimenti e decidere in anticipo cosa si mangerà e quando.
«Per fare questo blog, ho studiato approfonditamente per mesi la reazione fisiologica del nostro corpo rispetto all’assunzione dei cibi. Oggi, posso dire di aver creato una community molto bella. Le persone mi chiamano, mi chiedono consigli per il pane fatto in casa, la pizza, la scelta delle farine. È un confronto costante. Io ho sempre creduto al forte potere della condivisione. Ora, ad esempio, ho avuto modo di collaborare con associazioni sportive, portandole nel nostro mondo, e condividendo un pasto insieme a loro».

Uccio e Francesca si sono sposati il 19 ottobre del 2019. E sì, quella volta si sono concessi qualcosa in più, ma ormai non si tratta più di concessioni o di rinunce. Si tratta di star bene. E questa, nel loro caso, è stata una scelta.

A cura di Patrizia Dall’Argine