Glicemia alta in pubertà, rischio diabete da adulti

 

Una dieta ricca di carboidrati durante i periodi di fisiologica insulino-resistenza, come la pubertà può influenzare il rischio futuro di diabete di tipo 2. Lo studio condotto da Janina Goletzke dello IEL-Nutritional Epidemiology presso l’Università di Bonn, in Germania, pubblicato di recente su Diabetes Care.(1)

tumblr_lowmek2lAi1qcasiw1La pubertà è un periodo di cambiamenti rapidi e radicali sul piano fisico, psicologico e sociale. Il corpo subisce cambiamenti ormonali e strutturali, soprattutto legati all’aumento della massa corporea sia intermini di grasso accumulato (massa grassa) che di altre componenti come ossa, muscoli, proteine, glicogeno, minerali e acqua (massa magra). Questi cambiamenti creano una condizione di insulino-resistenza fisiologica, quindi destinata a scomparire appena terminato il periodo di pubertà. Questo momento di transizione, tuttavia, potrebbe essere influenzato da una dieta sbagliata che potrebbe allungare la condizione di insulino-resistenza e portare al rischio di disturbi metabolici nel passaggio da adolescente ad adulto.

Goletzke e colleghi hanno cercato una possibile associazione tra la quantità o la qualità di carboidrati introdotti nella dieta durante la pubertà, ovvero i valori di indice glicemico nella dieta (GI), di carico glicemico (GL), dell’aggiunta di zuccheri, fibre, e dell’assunzione di cereali integrali,  e la presenza di marcatori di rischio di diabete di tipo 2 in età adulta. All’indagine hanno partecipato 226 ragazzi e ragazze di età compresa tra 9-15 anni e provenienti dallo studio tedesco Donald, condotto presso l’Istituto di Ricerca della Nutrizione Giovanile a Dortmund e pubblicato su American Journal of Epidemiology, che aveva dimostrato come i parametri GI, GL e la quantità di fibre e cereali integrali nella dieta non fossero associati ad un aumento del grasso corporeo e dell’indice di massa corporea, indici entrambi correlati con la condizione diabetica.(2) I partecipanti sono stati sottoposti a controlli del peso e della dieta durante la pubertà e al prelievo di campioni di sangue a digiuno in età adulta, a 18-36 anni,. Dai campioni di sangue è stata analizzata la presenza di specifici marcatori di rischio del diabete di tipo 2, come l’indice HOMA-IR, che misura l’insulino-resistenza e la funzionalità delle cellule del pancreas che la producono, e la concentrazione degli enzimi di funzionalità del fegato (ALT, GGT).

Dall’analisi dei risultati, Goletzke e colleghi hanno osservato la presenza di una correlazione tra alto GI e aumentati valori di HOMA-IR, ALT e GGT, mentre gli altri parametri dietetici (GL, zuccheri aggiunti e apporto di fibre/cereali integrali)  non sono risultati associati ai marcatori di rischio del diabete. “I nostri dati indicano che un indice glicemico nella dieta abitualmente più elevato durante la pubertà può influenzare negativamente la presenza di marcatori di rischio del diabete di tipo 2 nella prima età adulta“, concludono gli autori. Lo studio aggiunge un’informazione preziosa per la prevenzione giovanile contro lo sviluppo del diabete di tipo 2.

Alessandra Gilardini

Fonte: Diabetes Care (1), American Journal of Epidemiology (2)