Glucometro: no delle associazioni all’ipotesi di gara pubblica

 

La Regione Lombardia vorrebbe bandire una gara pubblica per la fornitura di materiale necessario al paziente diabetico per l’autocontrollo della glicemia a casa, come strisce e pungidito. Ma sono ben 51 le Associazioni di tutela dei diritti delle persone con diabete che rispondono negativamente a questa proposta chiedendo alla Regione di cambiare approccio con forme che siano alternative e che garantiscano una continuità terapeutica ai pazienti. I motivi che spingono le associazioni a dire no sono ben 20 e sono contenuti in un documento presentato al Governatore Roberto Maroni e al Vicepresidente e Assessore alla sanità, Mario Mantovani. Il documento proposto non si limita solo a esprimere considerazioni negative, ma propone e individua una soluzione alternativa. Ad esempio la possibilità di definire una tariffa di riferimento legata alla tipologia di strumento (da quelli semplici ai più complessi). In questo modo si vuole garantire accuratezza analitica e clinica, continuità terapeutica e personalizzazione in base al paziente, con risparmio anche per il Sistema Sanitario Nazionale.
“L’autocontrollo glicemico e l’educazione terapeutica – si legge nel documento delle Associazioni dei pazienti diabetici – sono aspetti terapeutici essenziali per il raggiungimento di un buon compenso delle persone diabetiche, per garantire profili glicemici più stabili. È l’unico modo per riconoscere le terribili e potenzialmente fatali ipoglicemie e ridurre il rischio di iperglicemie post prandiali, così da assicurare agli adulti una buona qualità di vita e, in età pediatrica o giovanile, anche un normale accrescimento e sviluppo puberale. Questo atto terapeutico è finalizzato a prevenire, rallentare o bloccare le complicanze d’organo, ridurre il peso della cronicità, migliorare la qualità di vita dal punto di vista fisico, psichico e sociale, ridurre i ricoveri ospedalieri e gli accessi al pronto soccorso e nel contempo garantire la sostenibilità economica della diagnosi e cura della malattia diabetica da parte del Ssr”.
Le obiezioni sollevate alla gara pubblica risiedono nel particolare rapporto tra paziente e strumenti di misurazione. Ogni individuo ha infatti le sue peculiarità, età, condizioni di salute pregressa, capacità di aderire fedelmente alla terapia, donne in gravidanza, sportivi e pazienti obesi. Ciascuno insatura con lo strumento per la glicemia – diverso e suggerito dal diabetologo – un rapporto di confidenza. Ogni strumento è tecnicamente e funzionalmente differente da un altro e non tutti sono in grado di far funzionare ogni apparecchio né tutti sono predisposti a continui cambiamenti nella loro strumentazione abituale, ogni tre o quattro anni. In questo contesto gli errori potrebbero aumentare, come documentato in studi clinici e sostenuto dalle Società scientifiche. “Se la persona non sa usare correttamente lo strumento – scrivono le Associazioni – e quindi sbaglia a misurare la glicemia, dovrà ricorrere più di prima alla consulenza del medico, con un aggravio di peso sulle risorse del sistema sanitario. Per gli anziani, soli o assistiti, comunque non molto abili all’uso di tecnologie o portati al cambiamento, la sostituzione può generare rifiuto e abbandono dell’autocontrollo, con aggravamento della malattia, aumento del ricorso a cure mediche, pronto soccorso e ricoveri: ulteriori costi per la comunità”.
Non basta: per controllare da sé la glicemia in modo corretto sono necessari tempi e costi, per addestrare il paziente, proporzionali alla complessità del glucometro. Al risparmio derivante dalla gara deve essere decurtata questa spesa necessaria per un uso corretto e appropriato dello strumento. Infine, nel tempo di una gara è possibile che vengano commercializzati nuovi strumenti più validi e precisi, avanzati tecnologicamente, ma a quel punto preclusi a chiunque volesse adottarli nella propria gestione della patologia, per lo meno in Lombardia.

Eleonora M. Viganò

Fonte: Quotidiano Sanità