I nervi: che tortura la glicemia!

Tratto dalle Lezioni di educazione sanitaria del prof. Sergio Marigo

Che il diabete ci faccia venire il nervoso lo sappiamo da tempo e non c’è bisogno di sentircelo dire, me è anche l’ora di imparare quali siano gli effetti sul nostro sistema nervoso del diabete quando è mal regolato. Anzitutto dobbiamo chiarire alcune cose che non tutti sanno, sennò davvero rischiamo di non intenderci. Così occorre ricordare che il sistema nervoso ha degli organi centrali (il cervello e il midollo spinale) e dei nervi periferici che escono direttamente dal cervello (nervi cranici) o dal midollo spinale (nervi spinali).
L’impulso nervoso, per esempio quello di muovere un braccio, si forma nel cervello, passa attraverso il midollo spinale e si propaga ai muscoli del braccio per mezzo di sottili filamenti, chiamati nervi, che sono un po’ come i fili che trasportano la corrente elettrica. Sono sempre questi nervi a trasmettere al cervello le sensazioni tattili, termiche, dolorifiche e di posizione che vengono recepite dalla nostra pelle e dai nostri organi interni. Per questo i nervi si distinguono in motori (quelli che trasmettono gli impulsi dal cervello ai muscoli) e sensitivi (quelli che trasmettono al cervello le sensazioni esterne e interne).
Sono soprattutto i nervi a soffrire della lunga persistenza della glicemia a livelli elevati e per questo la loro sofferenza prende il nome di neuropatia diabetica. Tutti i nervi del corpo possono soffrire a causa di glicemie a lungo elevate, ma quelli più vulnerabili sono i nervi cranici e quelli delle gambe.
La sofferenza dei nervi cranici è assai frequente e ha la caratteristica di insorgere quasi sempre in modo improvviso. Per lo più vengono interessati i nervi che fanno sollevare la palpebra, che fanno muovere gli occhi e i muscoli del viso. Così nel giro di poche ore una palpebra può non alzarsi completamente o il viso può divenire tutto storto o può insorgere uno strabismo. Caratteristicamente viene interessato solo un tronco nervoso o solo una delle due parti del viso. Cosicché si parla di mononeuropatia.
Queste paralisi quasi sempre regrediscono almeno parzialmente, ma la loro guarigione o miglioramento richiede tempo e molto esercizio. Un tempo si diceva: sono malanni che vengono a cavallo e se ne vanno a piedi.
Più frequente e serio è l’interessamento dei nervi periferici particolarmente quelli delle gambe che quasi sempre è bilaterale e simmetrico: si parla così di polineuropatia distale simmetrica. Perché le gambe vengono così di frequente interessate? E perché le gambe e non le braccia? Il motivo è semplice: quelli delle gambe sono i nervi più lunghi di tutto il nostro corpo. Proviamo a misurarli e certamente ne ce ne convinceremo. Più lungo è il nervo e più questo è vulnerabile all’azione tossica della glicemia elevata. Nessuna meraviglia, quindi, se le gambe sono più d’ogni altra parte interessate.
Mentre per i nervi cranici è la funzione motoria quella che viene prevalentemente colpita, da cui l’insorgenza di paralisi, qui è la funzione sensitiva quella che viene prevalentemente compromessa, da cui la perdita della sensibilità o sensazioni di vario tipo a carico dei piedi. 

La pianta insensibile

Di solito l’inizio è appena avvertito. La pianta del piede, spesso uno più dell’altro, diviene insensibile al tatto, alle sensazioni di dolere e al caldo e al freddo: un po’ come se fosse “morto”. È possibile in questa fase ferirsi il piede o la gamba oppure scottarsi senza quasi avvertirne il dolore. Nel camminare si ha la sensazione di appoggiare il piede su un tappeto o sull’erba.
Ben presto da questo stato di ridotta sensibilità si passa a sensazioni dolorose che iniziano solitamente come dei formicolii e delle rapide sensazioni di scossa e terminano con dolori più o meno forti. Soprattutto di notte il dolore diviene insopportabile, spesso simile ad una scottatura, per cui il diabetico cerca sollievo appoggiando il piede nudo sopra il pavimento freddo.
Questa situazione molto fastidiosa e talora così dolorosa da impedire il sonno, può migliorare e talora regredire con cure opportune e, soprattutto, con la più scrupolosa attenzione al controllo della glicemia.
Qualche volta la neuropatia colpisce i nervi vegetali, quelli che portano impulsi motori ai nostri visceri interni e che recano al cervello le sensazioni che in detti visceri insorgono. Sono i nervi del sistema simpatico che possono entrare in sofferenza a causa della tossicità di glicemie elevate e protratte nel tempo. ne derivano segni quanto mai sfumati e complessi che talora possono non essere avvertiti o dare manifestazioni che non vengono facilmente riconosciute. Caduta della pressione arteriosa quando ci si alza, sudorazioni profuse, digestioni lunghe, stitichezza o diarrea, incontinenza d’orina o ritenzione, impotenza sessuale possono comparire per la sofferenza di questi nervi vegetativi. È questa la neuropatia del sistema nervoso autonomo.
Sono frequenti queste forme di neuropatia diabetica? Certo che se si vanno a studiare per mezzo di tecniche molto raffinate i suoi segni iniziali, quelli che ancora non danno sensazioni di alcun genere, allora la neuropatia risulta presente in quasi tutti i soggetti già da qualche anno dopo l’esordio del diabete. Invece la neuropatia nella sua forma sintomatica è quasi esclusivo appannaggio dei diabetici che più a lungo non hanno corretto in modo adeguato la loro iperglicemia.
Poiché il discorso è del tutto uguale a quello che abbiamo già fatto a proposito di retinopatia e neuropatia, il responsabile di questi malanni non è il diabete, ma la glicemia elevata per lunghi periodi, che si comporta come un lento avvelenamento. Correggere la iperglicemia è come spezzare al diabete i suoi temibili dardi.

Sai rispondere a queste domande?

Che il diabete ci faccia venire il nervoso lo sappiamo da tempo e non c’è bisogno di sentircelo dire, me è anche l’ora di imparare quali siano gli effetti sul nostro sistema nervoso del diabete quando è mal regolato. Anzitutto dobbiamo chiarire alcune cose che non tutti sanno, sennò davvero rischiamo di non intenderci. Così occorre ricordare che il sistema nervoso ha degli organi centrali (il cervello e il midollo spinale) e dei nervi periferici che escono direttamente dal cervello (nervi cranici) o dal midollo spinale (nervi spinali). L’impulso nervoso, per esempio quello di muovere un braccio, si forma nel cervello, passa attraverso il midollo spinale e si propaga ai muscoli del braccio per mezzo di sottili filamenti, chiamati nervi, che sono un po’ come i fili che trasportano la corrente elettrica. Sono sempre questi nervi a trasmettere al cervello le sensazioni tattili, termiche, dolorifiche e di posizione che vengono recepite dalla nostra pelle e dai nostri organi interni. Per questo i nervi si distinguono in motori (quelli che trasmettono gli impulsi dal cervello ai muscoli) e sensitivi (quelli che trasmettono al cervello le sensazioni esterne e interne). Sono soprattutto i nervi a soffrire della lunga persistenza della glicemia a livelli elevati e per questo la loro sofferenza prende il nome di neuropatia diabetica. Tutti i nervi del corpo possono soffrire a causa di glicemie a lungo elevate, ma quelli più vulnerabili sono i nervi cranici e quelli delle gambe. La sofferenza dei nervi cranici è assai frequente e ha la caratteristica di insorgere quasi sempre in modo improvviso. Per lo più vengono interessati i nervi che fanno sollevare la palpebra, che fanno muovere gli occhi e i muscoli del viso. Così nel giro di poche ore una palpebra può non alzarsi completamente o il viso può divenire tutto storto o può insorgere uno strabismo. Caratteristicamente viene interessato solo un tronco nervoso o solo una delle due parti del viso. Cosicché si parla di mononeuropatia. Queste paralisi quasi sempre regrediscono almeno parzialmente, ma la loro guarigione o miglioramento richiede tempo e molto esercizio. Un tempo si diceva: sono malanni che vengono a cavallo e se ne vanno a piedi. Più frequente e serio è l’interessamento dei nervi periferici particolarmente quelli delle gambe che quasi sempre è bilaterale e simmetrico: si parla così di polineuropatia distale simmetrica. Perché le gambe vengono così di frequente interessate? E perché le gambe e non le braccia? Il motivo è semplice: quelli delle gambe sono i nervi più lunghi di tutto il nostro corpo. Proviamo a misurarli e certamente ne ce ne convinceremo. Più lungo è il nervo e più questo è vulnerabile all’azione tossica della glicemia elevata. Nessuna meraviglia, quindi, se le gambe sono più d’ogni altra parte interessate. Mentre per i nervi cranici è la funzione motoria quella che viene prevalentemente colpita, da cui l’insorgenza di paralisi, qui è la funzione sensitiva quella che viene prevalentemente compromessa, da cui la perdita della sensibilità o sensazioni di vario tipo a carico dei piedi. La pianta insensibile Di solito l’inizio è appena avvertito. La pianta del piede, spesso uno più dell’altro, diviene insensibile al tatto, alle sensazioni di dolere e al caldo e al freddo: un po’ come se fosse “morto”. È possibile in questa fase ferirsi il piede o la gamba oppure scottarsi senza quasi avvertirne il dolore. Nel camminare si ha la sensazione di appoggiare il piede su un tappeto o sull’erba. Ben presto da questo stato di ridotta sensibilità si passa a sensazioni dolorose che iniziano solitamente come dei formicolii e delle rapide sensazioni di scossa e terminano con dolori più o meno forti. Soprattutto di notte il dolore diviene insopportabile, spesso simile ad una scottatura, per cui il diabetico cerca sollievo appoggiando il piede nudo sopra il pavimento freddo. Questa situazione molto fastidiosa e talora così dolorosa da impedire il sonno, può migliorare e talora regredire con cure opportune e, soprattutto, con la più scrupolosa attenzione al controllo della glicemia. Qualche volta la neuropatia colpisce i nervi vegetali, quelli che portano impulsi motori ai nostri visceri interni e che recano al cervello le sensazioni che in detti visceri insorgono. Sono i nervi del sistema simpatico che possono entrare in sofferenza a causa della tossicità di glicemie elevate e protratte nel tempo. ne derivano segni quanto mai sfumati e complessi che talora possono non essere avvertiti o dare manifestazioni che non vengono facilmente riconosciute. Caduta della pressione arteriosa quando ci si alza, sudorazioni profuse, digestioni lunghe, stitichezza o diarrea, incontinenza d’orina o ritenzione, impotenza sessuale possono comparire per la sofferenza di questi nervi vegetativi. È questa la neuropatia del sistema nervoso autonomo. Sono frequenti queste forme di neuropatia diabetica? Certo che se si vanno a studiare per mezzo di tecniche molto raffinate i suoi segni iniziali, quelli che ancora non danno sensazioni di alcun genere, allora la neuropatia risulta presente in quasi tutti i soggetti già da qualche anno dopo l’esordio del diabete. Invece la neuropatia nella sua forma sintomatica è quasi esclusivo appannaggio dei diabetici che più a lungo non hanno corretto in modo adeguato la loro iperglicemia. Poiché il discorso è del tutto uguale a quello che abbiamo già fatto a proposito di retinopatia e neuropatia, il responsabile di questi malanni non è il diabete, ma la glicemia elevata per lunghi periodi, che si comporta come un lento avvelenamento. Correggere la iperglicemia è come spezzare al diabete i suoi temibili dardi.