I pericoli della sedentarietà

Troppa tv fa male

Passare molte ore davanti al piccolo schermo, magari consumando cibo ipercalorico, è un’abitudine assai diffusa, che può facilitare l’insorgenza di diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari

In un articolo pubblicato recentemente sul Journal of the American medical association (Grøntved A et al. Jama 2011; 305: 2448-55) Hu e Grøntved hanno riportato i risultati di una meta-analisi di otto studi prospettici dai quali emerge che ogni due ore di televisione, il rischio di contrarre il diabete aumenta del 20%, mentre il rischio di malattie cardiovascolari fatali e non fatali aumenta del 15% e quello della mortalità da ogni causa del 13%.

L’incremento del rischio è veramente notevole, ove si pensi che, nella maggior parte dei Paesi europei e negli Usa, il tempo passato davanti al televisore è pari in media al 40% del tempo libero o a 4-5 ore ogni giorno. L’attuale disponibilità di una molteplicità di canali, grazie alla diffusione della tv satellitare, giustifica una forte attrazione verso questa forma di intrattenimento che, anche in virtù del telecomando, rappresenta la forma di attività più sedentaria anche in confronto all’uso del computer, di una playstation o della guida di un automobile.

Inoltre, la visione della tv induce frequentemente all’eccessivo consumo di cibo (junk food) e di bevande zuccherate che innalzano ulteriormente il livello di rischio. Se la riduzione del tempo trascorso davanti al televisore è un obiettivo non facile da raggiungere, un possibile correttivo potrebbe essere quello di eseguire un esercizio fisico (tapis roulant o altro) mentre si guarda la tv.

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L’IMPORTANZA DI RIUSCIRE A DIMAGRIRE

Meno chili, più salute

Ancora una volta è stata dimostrata una significativa riduzione dei fattori di rischio cardiovascolare con modeste riduzioni del peso corporeo

Nel fascicolo di luglio di Diabetes Care, Wing R.R. e collaboratori hanno presentato i risultati di una indagine condotta sui partecipanti allo studio Look Ahead (Action for health in diabetes), mirato alla valutazione della efficacia delle modificazioni dello stile di vita sulle complicanze cardiovascolari del diabete di tipo 2 (Wing RR et al. Diabetes Care 34:1481-1486, 2011).

A distanza di un anno dall’inizio dello studio, gli autori hanno potuto dimostrare che una riduzione del peso corporeo di modesta entità, compresa fra il 5 e il 10%, è sufficiente per diminuire di 0,5 punti il valore della emoglobina glicata, di 5 mmHg la pressione diastolica e sistolica e di 40 mg i trigliceridi e per aumentare il colesterolo Hdl di 5 mg/dl.
Riduzioni maggiori del peso corporeo producono effetti anche più evidenti, lasciando presumere a più lungo termine un effetto positivo sulla prevenzione degli eventi cardiovascolari.