I protagonisti si presentano

Maria Cristina

Sono nata e vivo a Vaiano (PO) ed ho 50 anni.
Sono diplomata in Ragioneria e attualmente sono responsabile amministrativa di una ditta metalmeccanica .
Diabetica insulino dipendente da quando avevo 34 anni, malattia arrivata all’improvviso in un particolare periodo di stress.
Sono sposata dal 1975 e ho due figli.
Ho avuto il primo figlio nel 1978, quando ancora non ero diabetica e la seconda figlia nel 1989, quando ero già diabetica.
Figlia voluta e concepita nel momento giusto sotto controllo medico.
La gravidanza è stata regolare e senza problemi, tanto che non ho avuto mai bisogno di essere ricoverata in ospedale, ma sono riuscita a tenere sempre sotto autocontrollo la glicemia.
La bimba è nata senza problemi e finora, facendo i debiti scongiuri, non ha problemi.
Ho sempre fatto attività fisica anche quando non ero diabetica, infatti con mio marito siamo stati per 5 anni nel Gruppo Speleologico Pratese del CAI ed abbiamo esplorato grotte e cavità sotterranee sui nostri Monti della Calvana.
Ho lasciato il gruppo dopo la nascita del primo figlio, ma non ho mai abbandonato l’attività fisica, che si è rivelata molto importante per me proprio dopo che è arrivato il diabete.
L’attività fisica consisteva e consiste tuttora nel fare trekking sulle montagne della nostra valle e anche Dolomiti, Alpi Apuane, Appennino Tosco-Emiliano.
Da queste escursioni ne traggo vantaggio non solo fisico ma anche mentale, godendo appieno della vista di monti, valli, colori, profumi che ogni stagione mi propone e cercando di trasmettere queste sensazioni ai miei figli.
Questa attività fisica mi consente di tenere sotto controllo la glicemia e specialmente l’emoglobina glicata così da evitare, spero, le note complicanze del diabete.

Alberto

Mi chiamo Alberto, ho 54 anni, sono diabetico insulino ipendente da 27 anni e vivo a Ferrara.
Aspetto con ansia la partenza par il Kilimanjaro ancora una volta per confrontarmi con me stesso e (spero) dimostrare ancora una volta che l’essere diabetico non preclude attività sportive intense ed impegnative.
Da quando sono diventato diabetico ho sempre praticato attività fisico/sportiva consigliata dai medici diabetologi che mi seguivano e che tuttora mi seguono.
Pratico diverse discipline sportive, alpinismo, sci, ciclismo e podismo, quest’ultimo è l’attività che mi ha dato le maggiori soddisfazioni raggiungendo anche buoni risultati.
Come detto il podismo è lo sport che prediligo, e mi piacciono soprattutto le lunghe distanze, elenco alcuni risultati:
Mezza maratona Km. 21,97 mt. miglior tempo 1h 18′
Maratona Km. 42,195 mt. miglior tempo 2h 52′
100 km. del Passatore anni 1985, 1986, 1987 miglior tempo 9h 35′ arrivando
al traguardo di Faenza 75° assoluto su oltre 3500 partenti.
Di maratone ne ho corse circa 70 , con contorno di diverse 50 km, tutto
questo in anni in cui in diversi casi si esoneravano i giovani dal fare
educazione fisica nelle scuole perché si pensava che ciò potesse essere
dannoso alla loro salute in quanto diabetici.
Purtroppo ancora oggi molti diabetici non sanno dell’importanza della
pratica regolare dell’attività fisica, speriamo che questa nostra
esperienza possa essere da stimolo.

Marco

Mi chiamo Marco, sono nato a Vicenza ho 33 anni; diabetico insulino trattato da quando avevo 10 anni. Sono laureato in giurisprudenza e attualmente sono impiegato presso l’Azienda Sanitaria Locale di Vicenza in qualità di funzionario amministrativo.
Sono sposato da due anni con Sara e per ora non abbiamo figli.
Pratico l’alpinismo assiduamente da circa 15 anni: annovero più di 200 scalate in arrampicata su roccia, da capocordata, su difficoltà di V, VI e VII grado in Dolomiti e un pò su tutto l’arco alpino.
D’inverno arrampico su cascate di ghiaccio (fino al grado 5) e partecipo a competizioni di sci alpinismo.
Conto due spedizioni extraeuropee svoltesi: nel 1999, in Perù, sulla Corillera Blanca, dove ho salito 4 vette tra i 5000 ed i 6000 metri; nel gennaio 2001, poi, insieme all’amico alpinista e diabetico Vittorio, abbiamo partecipato al progetto internazionale IDEA2000 – International Diabetic Expedition Aconcagua -, raggiungendo la vetta più alta delle Americhe, il cerro Aconcagua di 6959 metri.
Ai fini della preparazione “aerobica” per l’attività alpinistica in alta quota ho corso, tra il 1995 ed il 2001, 5 maratone competitive sulla distanza olimpica dei Km 42,195 con il migliore tempo personale di 2.52′.24”.
A gennaio parteciperò anch’io parteciperò alla spedizione D.I.S.K. 2002 e, al termine della spedizione, insieme a Vittorio tenterò la salita anche del più impegnativo Monte Kenya.
Da un punto di vista terapeutico assumo un dosaggio di 31 unità di insulina giornaliere per un peso corporeo che si aggira intorno ai 78 kg di peso. Non seguo nessuna dieta alimentare particolare.
Quotidianamente compio 8-10 test glicemici e l’esame delle urine al risveglio il mattino per controllare eventuali presenze di glicosurie e/o acetonuria. I miei valori di emoglobina glicata si sono attestati
negli ultimi 5 anni tra i 6,5 ed i 7,4.
Dopo 22 anni di diabete non presento alcun sintomo di complicanze.

Vittorio

Sono Vittorio, ho 46 anni, vivo con la mia famiglia (mia moglie, Marina 13 e Silvia 8 anni) in Brianza. Sono un tecnico ambientale e dal gennaio 1990 diabetico insulino-dipendente. Dal 1986 faccio parte del Club Alpino Accademico Italiano. La passione per la montagna mi accompagna ormai da 25 anni e il diabete non é mai stato per me una limitazione. Infatti, dopo il primo anno di diabete sono stato in Patagonia con un amico, dove ho effettuato la prima ascensione italiana dello sperone est dell’Aguja St. Exupery.
Questa esperienza é stata ripresa da vari media(l’esagono, Rivista mensile del CAI, Sanare Infirmos) ed é stata oggetto di varie video-conferenze. Sono stato relatore al congresso IDAA di Paestum del 1995. E l’anno successivo ho realizzato un filmato dal titolo “Scalare con il diabete” che é stato premiato al X congresso nazionale AMD di Belvedere Marittimo.
A gennaio 2001 ho partecipato alla spedizione internazionale IDEA 2000, dove con altri 6 alpinisti diabetici sono arrivato in cima al Cerro Aconcagua di 6959 m., la montagna più alta delle Americhe. Anche questa esperienza ha avuto larga eco sui mezzi di stampa ed è stata realizzata anche una video-conferenza dal titolo “Scalare un pequeno 8000 con il diabete”.
Altra particolarità di questo progetto é stata la raccolta di fondi (85000 $)per i diabetici dell’America Latina. Prossimo appuntamento: il Kilimanjaro 5895 m. A tale proposito, la scorsa estate mi sono impegnato ad organizzare e proporre ascensioni in montagna ai diabetici partecipanti alla spedizione DISK 2002. Oltre alle prime escursioni nelle Piccole Dolomiti, ci siamo avventurati su terreno di alta montagna sul Gran Paradiso e sulla Weissmies(Vallese). Ormai il gruppo é formato e pronto al trekking sul Kilimanjaro. Dopo la salita di questa montagna, é intenzione mia e di Marco, scalare il Monte Kenia di 5199 m., in cordata, lungo un itinerario di roccia, lungo e difficile. A questo proposito, almeno una volta alla settimana e nonostante le fredde giornate invernali, mi dedico all’arrampicata sulle strutture, dislocate nelle Prealpi Lecchesi. Inoltre, cerco di effettuare almeno due uscite di corsa alla settimana, per mantenere una buona resistenza organica e naturalmente una glicemia ottimale.