IGFBP3: un codice o una password? Nulla di tutto questo. Si tratta invece di un nome importante per coloro che hanno il diabete: è infatti l’ormone – chiamato anche enterostaminina – in grado di controllare crescita e sviluppo delle cellule staminali dell’intestino. I ricercatori dell’Ospedale San Raffaele di Milano in collaborazione con il Boston Children’s Hospital della Harvard Medical School, hanno scoperto come influenza i meccanismi alla base del diabete.
In alcune persone con diabete, circa l’80% dei casi, si ha infatti un’enteropatia diabetica con problemi di malassorbimento, diarrea, ritardo nella crescita, associata appunto allo sviluppo anormale dell’intestino, mediata da questo ormone.
Come è stato scoperto questo legame? L’ormone IGFBP3 si lega al recettore TMEM219, presente sulla superficie delle cellule staminali, e attiva un segnale suicida all’interno delle staminali stesse. I ricercatori hanno modificato in laboratorio il recettore dell’ormone, rendendolo solubile e quindi un falso bersaglio adatto per controllare la risposta all’ormone alterato e quindi la crescita e le morte delle cellule staminali intestinali.
«I risultati ottenuti in vitro sono promettenti e aprono la strada a un nuovo trattamento delle malattie intestinali, oltre a creare le basi per un nuovo approccio nell’utilizzo delle cellule staminali a fini terapeutici», afferma il dottor Fiorina.
Fonte: HSR