Il diabete è una malattia invisibile
Dal 21 al 28 Giugno a Quartu S. Elena, in Sardegna, un campo scuola allegro e pieno di ragazzi provenienti da tutta Italia. Su Diabete.net, il diario di bordo da parte di un ospite un po’ speciale: il Signor Diabete.
Caro Diario,
oggi è stata una grande giornata. Ieri ti ho accennato al fatto che il campo fosse decollato; ed è proprio così. Vecchia e nuova guardia si sono bene integrate fra loro e ormai non c’è più nessuno che non sia amico degli altri e che si tiri indietro se c’è da organizzare qualcosa o esporsi in prima persona.
Tema della giornata è stato ‘Il diabete è una malattia invisibile’. Per introdurre questa riflessione (che ha poi condotto Ilaria, moglie di Marco e psichiatra esperta di diabete).
Stefano, il tutor, vecchio amico del doc che lo ha conosciuto quando era solo un ragazzino, e che da un paio d’anni collabora all’organizzazione dei campi, ha raccontato di quando era un bambino e di quanto il gruppo creatosi proprio in occasione di un campo scuola lo abbia aiutato ad affrontare le difficoltà che inevitabilmente il diabete ti pone sulla strada della vita (non ho nemmeno potuto replicare, perché so che è vero).
Poi dopo cena Ilaria ha aiutato i ragazzi a riflettere su queste difficoltà. Sono uscite cose davvero interessanti. Alcuni hanno posto l’accento sullo stile completamente diverso di questo campo scuola rispetto ai precedenti cui avevano partecipato e hanno sottolineato il desiderio di autonomia che qui si respira. Già, perché vivere bene il diabete non significa far finta che io non ci sia (errore gravissimo, che a volte si paga con un prezzo molto pesante), ma riuscire a convivere bene con me. Qualcun altro ha invece sottolineato la difficoltà di vivere bene il diabete quando è in compagnia di amici o persone che il diabete non ce l’ha. Ilaria li ha aiutati a capire che bisogna essere innanzitutto sereni con se stessi e solo dopo si riuscirà ad accettare la frustrazione che qualche volta è inevitabile. Forse proprio grazie ad un clima sereno come quello che state respirando qui, ha detto, potete trovare la forza per andare avanti con la testa alta e il sorriso sulle labbra.
E’ stato anche giorno di regali.
Il doc ha letto una frase trovata nel libro di Aidan Chambers ‘Quando eravamo in tre’: “Mi torna in mente quella volta che abbiamo discusso dei regali. Non esiste un regalo disinteressato, hai detto tu. Tutti i regali si fanno in cambio di qualcosa. Io non ero d’accordo. Un regalo è un regalo solo se viene fatto liberamente, ho detto. Ma forse avevi ragione tu. Forse un regalo è sempre il corrispettivo di qualcosa che si è ricevuto o desiderato. Forse questo regalo è una sorta di ricompensa per la vita che vivo adesso. E forse, nell’offrirtelo, spero di tacitare la mia coscienza per il fatto che devo lasciarti. Quale che sia la verità, usa la tua, la nostra storia come ti pare. Fanne quello che vuoi”.
Il doc ha poi invitato i ragazzi a scrivere ad uno dei ragazzi partecipanti una frase da considerare un regalo; quindi il presupposto era quello di scegliere una persona ‘speciale’ e dedicarle qualcosa di altrettanto speciale. Come al solito non hanno deluso le aspettative e hanno fatto davvero un buon lavoro. Credo che il doc nell’ormai abituale resoconto di fine campo te ne darà poi un ampio resoconto. I ‘regali’ hanno reso ancora più saldo il rapporto fra i partecipanti del campo, ma te ne parlerò domani.
A presto.
Il Signor Diabete.