Ormai tutti sappiamo che il diabete non è costituito da un’unica situazione morbosa, ma da due condizioni ben distinte che in tutto il mondo vengono chiamate con la terminologia riportata nella tabella. Poiché le sigle inglesi possono essere causa di equivoci, in queste lezioni parleremo sempre di diabete di tipo 1 e tipo 2. Oggi prendiamo in considerazione il diabete di tipo 1, quello che viene anche definito insulinodipendente.
Anzitutto soffermiamoci su questa parola. Che cosa vuol dire?
Vuol dire che se il diabetico di tipo 1 non si somministra quotidianamente l’insulina, va incontro presto o tardi a tutte le conseguenze della mancanza di questo ormone, conseguenze che a lungo andare non sono compatibili con la vita. Per questo, ai tempi dei nostri nonni, quando l’insulina non era ancora stata inventata, il diabetico tipo 1 non viveva più di qualche mese. La possibilità di somministrare l’insulina ha radicalmente cambiato l’aspettativa di vita di questi diabetici mettendoli in grado di crescere, sposarsi, lavorare, avere figli e vivere come e quanto i loro coetanei. Per questo, la parola insulinodipendenza questo significa: che la vita dei diabetici di tipo 1 dipende dalla somministrazione dell’insulina.
Quando può insorgere un diabete di tipo 1? Tutte le età possono esserne interessate, anche se le età più giovani sono colpite con maggiore frequenza. Infatti il diabete quando insorge al di sotto dei 20-30 anni è quasi sempre di tipo 1. successivamente la sua frequenza si riduce con l’età, divenendo molto più bassa nell’età matura e pressoché nulla al di sopra dei 65 anni. Per questo il diabete di tipo 1 un tempo veniva chiamato”infanto-giovanile” e, quando insorgeva in età adulta, veniva definito “diabete di tipo infanto-giovanile”.
Generalmente il suo esordio è violento: il soggetto dimagrisce, diviene fiacco, irina e beve tanto e ben presto nelle sue urine compaiono, assieme al glucosio, anche i corpi chetonici (acetone).
L’insulinodipendenza del diabete tipo 1 ci dice subito la sua origine: le cellule B non producono più insulina. E ora noi siamo in grado di capirne le conseguenze: la porticina delle cellule resta chiusa al glucosio che così ristagna nel sangue (iperglicemia) e di conseguenza compare nelle urine (glicorusia). Le cellule non potendosi nutrire del glucosio,finiscono per consumare solo acidi grassi mobilizzandoli dai depositi adiposi (da qui il dimagrimento) e producendo i corpi chetosi (acetonuria). Ma sulle conseguenze ultime di tutto questo parleremo un’altra volta. fortunatamente queste forme di diabete tipo 1 non sono molto frequenti, in quanto nelle nostre popolazioni interessano circa un caso ogni 1000 abitanti. Ma questo non è una grande consolazione per che ne è stato interessato: quando i colpiti siamo noi, è in po’ come fosse stato colpito tutto il mondo. Ma perché le cellule B di questi soggetti hanno smesso di produrre insulina? A questo propostole incertezze sono ancora molte, lma una cosa è certa: qualche evento ha danneggiato in modo irreversibile le cellule B e così viene a cessare la secrezione di insulina, dando ragione all’altro termine con cui viene definito il diabete di tipo 1, quello di diabete insulinoprivo , cioè senza insulina.
L’evento che ha portato alla distruzione delle cellule B è oggetto di studi e di perplessità, anche perché è probabile che il meccanismo non sia sempre lo stesso. Nella maggioranza dei casi parrebbe trattarsi di un virus, in altri casi di una sostanza tossica o di chissa quale altro maledetto killer oggi ancora ignoto.
Gli studi più recenti parlano di un meccanismo immunitario innescato da un virus o comunque dall’esterno. Che vuol dire? Tutti gli organismi viventi possiedono una specie di corpo di polizia (il sistema immunitario), che individua tutto quello che di estraneo entra nell’organismo e lo distrugge. Naturalmente il sistema immunitario riconosce gli organi, le cellule e le proteine di sua proprietà (self dicono gli inglesi) e quindi entra in azione solo quando vede uno … straniero senza passaporto (non self).
Questa è la base del meccanismo di rigetto di cui tanto abbiamo sentito parlare a proposito di cuori o reni trapiantati dal chirurgo. Il sistema immunitario riconosce come non self gli organi trapiantati e li attacca. Proprio come un cane da guardia attacca un estraneo entrato nella casa del suo padrone.
Ora, in alcuni soggetti e in particolari condizioni, questo cane da guardia può impazzire e considerare non non self le proprie cellule. Si pensa, in altre parole, che un virus possa essre responsabile di questa …pazzia, per cui il sistema immunitario, improvvisamente impazzito, considera estranee le cellule B del proprio pancreas e le distrugge. Proprio come un cane che, per un attimo di follia, si rivolta contro il proprio padrone e lo morde.
Maledetta pazzia! Tanto più che il processo di autodistruzione delle cellule B si protrae nel tempo, sicché non viene dato loro modo di rigenerarsi e riprendere la loro funzione.
Fortunatamente abbiamo la possibilità di ovviare alla mancanza di insulina con la provvidenziale somministrazione di ormoniche, se iniettato in modo idoneo, restaura la situazione di normalità.
Come nella figura: il motore si è fuso ma fortunatamente c’è la possibilità di farsi trainare da un provvidenziale trattore, nel nostro caso l’insulina.