Il piede è un organo complesso che esplica la sua funzione fornendo informazioni al cervello sotto forma di sensazioni e ricevendo da questo ordini motori.
Le informazioni sensitive ci avvertono delle asperità del terreno, della temperatura dell’ambiente e del terreno, della pressione che viene esercitata sul piede, di qualcosa che fa male al piede. La deambulazione è la conseguenza di ordini provenienti dal cervello ed è ottenuta dall’equilibrio con cui i muscoli del piede, in sinergia con tutti i muscoli dell’arto inferiore, si contraggono o si rilasciano in funzione della necessità del passo o della postura. La conservazione della temperatura, della idratazione cutanea avviene tramite fibre nervose che non dipendono dalla volontà ma che lavorano autonomamente, indipendentemente dalla volontà. La neuropatia diabetica colpisce sia i nervi sensitivi (neuropatia sensitiva) sia i nervi motori (neuropatia motoria) sia i nervi vegetativi (neuropatia autonomica). Il piede neuropatico è un piede in cui la neuropatia diabetica ha modificato l’equilibrio muscolare, la percezione degli stimoli, l’autoregolazione vegetativa.
La Neuropatia sensitiva colpisce gli organi di senso del piede e le fibre nervose che inviano le sensazioni al cervello. La conseguenza più grave è la diminuzione della soglia al dolore fino alla completa insensibilità. La mancanza di dolore può sembrare a prima vista un vantaggio, ma è invece una sciagura perché il dolore è un sintomo che ci avverte che c’è qualcosa che ci sta facendo del male. È il dolore che ci avverte che una scarpa è stretta ed è il dolore che ci spingerà a toglierla. Se manca il dolore, continueremo ad indossare la scarpa e quando la toglieremo troveremo un’ulcera là dove la scarpa ha stretto troppo.
La neuropatia sensitiva è quindi una patologia che consente a che un trauma giunga fino al punto di instaurare una lesione. Oggi esistono metodi diagnostici semplici e innocui che possono rivelare precocemente la presenza di neuropatia sensitiva (figura 2). La sensibilità tattile viene valutata con un filo di nylon di un diametro predeterminato (monofilamento di Semmes-Weinstein), che viene premuto sul piede. Se il soggetto non avverte che il filamento viene appoggiato sul piede, questo indica che ha perso la sensibilità tattile. Il diapason e il biotesiometro appoggiati sul piede trasmettono una vibrazione di intensità variabile. Se il soggetto non avverte la vibrazione o la avverte solo a una soglia elevata (superiore a 25 v) ha un deficit di sensibilità vibratoria. Se manca la sensibilità tattile e vibratoria, possiamo essere sicuri che anche la sensibilità dolorifica sarà assente: questo identifica questo soggetto come ad alto rischio di ulcerazione del piede.
![]() |
La neuropatia sensitiva è quindi una patologia che consente a che un trauma giunga fino al punto di instaurare una lesione. Oggi esistono metodi diagnostici semplici e innocui che possono rivelare precocemente la presenza di neuropatia sensitiva (figura 2). La sensibilità tattile viene valutata con un filo di nylon di un diametro predeterminato (monofilamento di Semmes-Weinstein), che viene premuto sul piede. Se il soggetto non avverte che il filamento viene appoggiato sul piede, questo indica che ha perso la sensibilità tattile. Il diapason e il biotesiometro appoggiati sul piede trasmettono una vibrazione di intensità variabile. Se il soggetto non avverte la vibrazione o la avverte solo a una soglia elevata (superiore a 25 v) ha un deficit di sensibilità vibratoria. Se manca la sensibilità tattile e vibratoria, possiamo essere sicuri che anche la sensibilità dolorifica sarà assente: questo identifica questo soggetto come ad alto rischio di ulcerazione del piede.La Neuropatia motoria colpisce le fibre nervose che innervano i muscoli del piede, che reagiranno in modo disordinato agli stimoli provenienti dal cervello. Ne deriva uno squilibrio tra muscoli estensori e flessori delle dita che provoca dita in griffe, prominenza delle teste metatarsali, appiattimento della volta plantare o accentuato cavismo del piede. Tutto questo porta a una deformazione della pianta del piede che vede ridotta la superficie d’appoggio. |
![]() |
La riduzione della superficie di appoggio porta un eccesso di carico nel punto prominente. L’organismo tenta di difendersi da questo eccesso di carico irrobustendo lo strato corneo della pianta: è questi il quadro tipico delle callosità della pianta del piede, definita con termine scientifico “ipercheratosi” ( figura 3).L’ipercheratosi è un tentativo del piede di difendersi dall’eccesso di carico, ma è una difesa labile nel tempo: se non si provvede a eliminare o almeno a ridurre la pressione nel punto ipercheratosico, a lungo andare si formerà un ematoma da schiacciamento e, perdurando l’ipercarico, inevitabilmente una ulcera (figura 4 ). |
![]() |
La neuropatia autonomica. L’impatto della neuropatia autonomica è molto meno conosciuto e probabilmente meno rilevante rispetto all’impatto devastante della neuropatia sensitiva e motoria. La conseguenza più immediatamente visibile della neuropatia autonomica è la secchezza del piede, dovuta al mal funzionamento delle fibre nervose che regolano la produzione delle ghiandole secretorie del piede. La secchezza provoca fissurazioni che sono un facile ingresso per i germi. |