I diabetologi a congresso
Dal 23 al 26 maggio il XXIV convegno nazionale della Società italiana di diabetologia: sono attesi specialisti da tutta Italia per approfondire le principali tematiche scientifiche e cliniche connesse alla cura e alla prevenzione. Con al centro argomenti di stretta attualità
Vuole essere un evento “memorabile”, che lascerà “il segno nella nostra vita professionale” l’imminente congresso della Società italiana di diabetologia, convocato a Torino per la fine di maggio, dal 23 al 26, presso il Centro Congressi Lingotto (Padiglione 5, Lingotto Fiere). Così infatti lo presenta il presidente della Sid, Gabriele Riccardi, che conclude quest’anno il suo mandato per cedere il posto a Stefano Del Prato.
Si tratta del 24° appuntamento nazionale della società scientifica, nel corso del quale -per citare ancora Riccardi- “tutti i professionisti che si occupano di diabete e di altre malattie del metabolismo avranno l’opportunità di discutere, in una sede prestigiosa e funzionale, tutti i problemi della persona affetta da diabete, affrontando gli aspetti scientifici, clinici e gestionali rilevanti per la prevenzione, la diagnosi e la cura di questa complessa patologia e delle sue temibili complicanze”.
Il carattere storico del congresso di quest’anno si coglie già nel fatto che cade nel 90° anniversario della scoperta dell’insulina (di cui ci parla diffusamente nel dossier centrale di questo numero il professor Paolo Brunetti, non a caso un già presidente della Sid). Infatti, la prima giornata sarà caratterizzata da un simposio inaugurale nell’auditorium dedicato proprio a questo tema: “90 anni dopo Banting e Best”. Il congresso si articolerà in simposi e minisimposi, prevede inoltre comunicazioni orali e poster, eventi aziendali, la consegna dei premi scientifici annuali e l’assemblea generale della Sid, con le votazioni per il nuovo direttivo (in calendario il 25 maggio).
Scorrendo i temi in discussione si rileva subito la prioritaria attenzione del convegno sugli aspetti cruciali della prevenzione e della cura delle complicanze. Tra i numerosi simposi in programma il 24 maggio, si segnalano quelli dedicati a “intestino e diabete”, “diabete e osso”, obesità in età pediatrica e rischio cardiometabolico, scompensi cardiaci e diabete, stili di vita e ambiente, le nuove terapie farmacologiche (in particolare con le incretine), le prospettive della chirurgia. Il 25 si parlerà, tra l’altro, di automonitoraggio del diabete di tipo 2, “sistema nervoso centrale e diabete”, efficacia delle terapie non farmacologiche (basate su dieta ed esercizio fisico), nuove cure per la neuropatia, risorse fornite dall’alta tecnologia, nefropatia, prospettive di genetica e farmacogenetica, “ sistema immunitario e diabete”. Il 26 è previsto un simposio su trial clinici e standard di cura.
Tutte tematiche fondamentali, tra le quali -come si può notare- spiccano elementi di grande attualità, come, per esempio, il fenomeno in inquietante crescita, dell’obesità di bambini e ragazzi, che eleva di molto il rischio di sviluppare precocemente il diabete di tipo 2. Infatti, -come spesso segnalato dalle società scientifiche, Sid e Amd- se una situazione di sovrappeso e di aumento del tessuto adiposo viscerale ha inizio dopo i trent’anni, ci si può aspettare un’insorgenza del diabete nel giro di 15-20 anni (e quindi, in media, intorno ai sessanta), ma se l’eccesso ponderale comincia a dieci anni, la patologia può rivelarsi già a trenta.
Un altro tema che ha attirato l’attenzione anche della stampa non specializzata è quello della chirurgia bariatrica (di cui parliamo in altra parte del giornale), rivelatasi efficace nella cura delle grandi forme di obesità e del diabete di tipo 2 a esse quasi sempre connesso. Le linee guida internazionali e italiane includono infatti l’intervento chirurgico tra le raccomandazioni di cura per adulti con diabete tipo 2 e obesità molto grave (indice di massa corporea superiore o uguale a 35).
Altri eventi compresi nel programma meritano una segnalazione particolare: il 25 maggio avrà luogo il simposio di Diabete Italia dedicato al tema “Evoluzione del caregiver del paziente diabetico: dallo specialista diabetologo al team diabetologico”. Questo approfondimento affronterà il nodo cruciale di un nuovo modello organizzativo di assistenza e cura basato sul lavoro di squadra, sull’équipe di operatori e sull’integrazione sinergica delle diverse competenze professionali sanitarie coinvolte e sulle esperienze concrete già in essere nel nostro Paese. È questo un tema molto caro ai diabetologi italiani (si vedano in proposito le linee guida Amd-Sid per la cura del diabete mellito), perché ormai numerosi studi italiani e internazionali dimostrano che la gestione della patologia, l’efficacia delle terapie e la qualità della vita del paziente migliorano quando la persona è seguita da un servizio organizzato in team diabetologico pluridisciplinare e pluriprofessionale e quando si realizza una funzionale gestione integrata tra le strutture specialistiche e la medicina generalista territoriale.
Sempre il 25 si svolgerà il workshop congiunto Sid-Osdi (l’organizzazione degli infermieri diabetologici) che esaminerà “l’approccio globale al paziente di differente etnia e cultura”: una problematica che la globalizzazione e l’intensificarsi delle correnti migratorie hanno reso di stretta attualità. La questione presenta aspetti critici che occorre saper affrontare: le caratteristiche specifiche con cui il diabete si manifesta nei distinti gruppi di popolazione straniera e i diversi piani di cura da approntare tenendo conto di orientamenti e tradizioni dei singoli gruppi etnici, a partire dai differenti costumi alimentari.
Le scelte dei temi confermano dunque l’attenzione della Sid verso quanto avviene nella società italiana nel suo complesso all’interno della quale la diabetologia si trova a operare, venendone inevitabilmente influenzata. Una consapevolezza che si avverte chiaramente leggendo l’editoriale scritto nell’ultima newsletter della Società dal presidente Riccardi. Afferma infatti il professore: “Il nostro Paese sta attraversando momenti difficili e ciascuno di noi si trova a dover superare ogni giorno mille ostacoli per garantire alle persone con diabete un’assistenza decorosa e qualificata; siamo tutti consapevoli che le strutture specialistiche di diabetologia a livello di ospedale e di territorio rappresentano una garanzia di qualità e di appropriatezza della cura di questa complessa patologia e operano efficacemente per la prevenzione delle sue temibili complicanze, fonte di gravi disagi per il paziente e di gravosi costi economici per il sistema sanitario. Occorre, pertanto, offrire ai diabetologi italiani pieno sostegno per la crescita culturale e l’aggiornamento clinico e operare per raccogliere informazioni valide e obiettive sulla malattia diabetica promuovendo una ricerca qualificata e indipendente. È questo il ruolo che la nostra società ha sempre ricoperto e sono questi gli obiettivi che intendiamo sempre meglio perseguire al fine di contribuire a consolidare ulteriormente l’eccellenza della diabetologia italiana in ambito nazionale e internazionale”.
Una Società viva e aperta
La Società italiana di diabetologia (Sid) si sta avvicinando al suo 50° anniversario, essendo stata fondata nel 1964 a Roma, dove ha sede l’ufficio centrale. È una delle maggiori associazioni scientifiche italiane e conta oltre 1400 professionisti iscritti. È affiliata alla Idf-International diabetes federation e promuove la prevenzione, la diagnosi e la cura del diabete mellito. Svolge attività di formazione permanente in campo diabetologico e metabolico e si impegna in iniziative con pazienti e associazioni per rendere più efficace la lotta contro il diabete e le malattie metaboliche, per migliorare l’informazione e l’educazione della popolazione diabetica e no, per raccogliere fondi a favore della ricerca e del miglioramento dell’assistenza, per favorire una più alta qualità di vita per le persone con malattie metaboliche o diabete e un più elevato livello di salute in generale. La Sid è, tra l’altro cofondatrice, con Amd (Associazione medici diabetologi) di Diabete Italia,l’associazione -nata nel 2002- che raggruppa le maggiori società scientifiche di medici specialisti e generalisti e organizzazioni di pazienti e operatori sanitari. Tra le iniziative da ricordare, anche una rivista rivolta alle persone con diabete, “Vivere il diabete” (cfr www.vivereildiabete.it)
Al congresso torinese la Sid arriva guidata dal seguente direttivo: presidente Gabriele Riccardi (Napoli); presidente eletto Stefano Del Prato (Pisa); past president Paolo Cavallo Perin (Torino); tesoriere Salvatore Caputo (Roma); segretaria Rosalba Giacco (Avellino); consiglieri Marco Giorgio Baroni (Monserrato – Cagliari); Riccardo Bonadonna (Verona); Alberto Bruno (Torino); Francesco Dotta (Siena); Paolo Fornengo (Torino); Lucia Frittitta (Catania), Andrea Giaccari (Roma); Annunziata Lapolla (Padova); Domenico Mannino (Reggio Calabria); Giuseppe Pugliese (Roma); Roberto Trevisan (Bergamo).
Per contatti e informazioni: www.siditalia.it