Il segugio che fiuta il diabete

IL VALORE PREDITTIVO DELLA GLICATA
Il Segugio Che Fiuta Il Diabete

Un valore normalmente alto di emoglobina glicosilata è più efficace della glicemia a digiuno per individuare il rischio di sviluppare il diabete, oltre che per stabilire la diagnosi

L’American diabetes association ha proposto, nel 2010, l’impiego della emoglobina glicata (A1c) nella diagnosi di diabete. Valori maggiori o uguali a 6,5% sono diagnostici di diabete, mentre sono da considerare a rischio di sviluppare diabete soggetti con valori compresi fra 5,7 e 6,4%. Un rischio particolarmente elevato viene attribuito ai portatori di A1c > 6%.

Bonora e collaboratori, della Università di Verona, hanno valutato il valore predittivo della emoglobina glicata nella popolazione afferente allo studio di Brunico (cfr Bonora E et al. High-normal HbA1c is a strong predictor of type 2 diabetes in the general population – Diabetes Care 2011; 34: 1038–1040). Sono stati esaminati 842 soggetti, di entrambi i sessi e di età compresa fra 40 e 79 anni, sono stati stratificati per il valore di  A1c registrato all’inizio dello studio, nel 1990, ed è stata valutata l’incidenza di diabete negli esami eseguiti nel 1995, 2000 e 2005. In accordo con le raccomandazioni dell’Ada, sono stati considerati a rischio i soggetti con valori di A1c compresi fra 6 e 6,49%. La diagnosi di diabete è stata formulata sulla base di una A1c ≥ 6,5% o, in alternativa, di una terapia ipoglicemizzante in atto. In una analisi parallela la diagnosi è stata posta con una glicemia a digiuno ≥ 7 mmol/l (corrispondente a 126 mg/dl) o in presenza di un trattamento ipoglicemizzante.

Questa analisi ha confermato che i soggetti con valori di A1c compresi fra 6 e 6,49% hanno un rischio da 13 a 16 volte maggiore di sviluppare un diabete di tipo 2. I risultati non cambiano anche dopo aggiustamento per altri fattori di rischio quali l’indice di massa corporea o la presenza di anemia. Il potere predittivo di una glicemia anomala a digiuno (Ifg, Impaired fasting glycaemia), cioè compresa fra 101 e 125 mg/dl, sulla comparsa di diabete, valutato sulla base della glicemia, è risultato invece assai inferiore.

Lo studio dà una conferma concreta, in uno studio di popolazione, alla raccomandazione formulata dall’Ada sulla utilizzazione del dosaggio della A1c per la diagnosi di diabete (American Diabetes Association. Diagnosis and classification of diabetes mellitus. Diabetes Care 2010; 33 (Suppl. 1): S62–S69).