Intervista
DIABETE E DISFUNZIONI SESSUALI FEMMINILI
Il sesso non sia un tabù
Un recente studio condotto in Campania dimostra che i problemi dell’Eros riguardano le donne non meno degli uomini. Ma i rimedi ci sono, primo fra tutti il buon compenso glico-metabolico. L’importante è parlarne francamente con il proprio medico. Colloquio con il diabetologo Luciano Improta
È ormai noto che il diabete possa interferire negativamente sulla sessualità maschile. Problemi analoghi possano insorgere anche nella donna, questione di cui si parla invece troppo poco. L’occasione per affrontare l’argomento ci è offerta da una recente indagine, condotta dal Gruppo di studio “Disfunzioni sessuali nel diabete mellito” – Amd Campania, coordinato dal dottor Luciano Improta, direttore del Centro territoriale di diabetologia e malattie del ricambio del distretto 87-88 Asl NA5 (Napoli). La ricerca è significativa perché ha coinvolto un campione piuttosto vasto, quattrocento pazienti diabetiche di tipo 2, in età fertile e post-menopausa, alle quali è stato sottoposto, nel corso del 2007, un questionario nel quale si chiedeva loro se soffrissero di problemi nell’ambito sessuale, cioè: calo della libido, dispareunia (rapporto sessuale doloroso), vaginismo (anomale contrazioni vaginali), anorgasmia (incapacità di raggiungere l’orgasmo). Le risposte hanno dimostrato che, non meno degli uomini, le donne accusano difficoltà nella sfera sessuale strettamente connesse alla condizione diabetica. Ne abbiamo parlato con il dottor Improta nell’intervista che segue.
Dottor Improta, si tratta dunque di un problema che non tocca soltanto gli uomini, anche se in genere è soltanto di loro che si parla.
Di sessualità si è sempre parlato poco sino a qualche decennio fa, poi ci si è concentrati molto sulla problematica maschile, ma ora abbiamo scoperto che è importante anche quella femminile. Precedenti ricerche sui maschi avevano mostrato come la disfunzione erettile fosse tre volte maggiore nei diabetici che nei non diabetici; ci siamo chiesti se problemi sessuali analoghi potessero ritrovarsi anche nelle donne. L’ipotesi è stata ampiamente confermata dallo studio, anzi con percentuali di prevalenza e incidenza ancora maggiori rispetto agli uomini.
Ci sono similitudini fra i problemi dell’uomo e della donna?
Sì, perché l’anatomia e la neurovascolofisiologia dei due apparati sessuali hanno molte analogie. Il clitoride e tutto l’apparato genitale femminile presentano una dinamica vascolare e neurologica simile all’ apparato genitale maschile.
Quali sono, in particolare, i problemi della donna e come li avete fatti emergere?
Abbiamo somministrato alle pazienti un questionario a risposta semplice -sì o no- su quattro cardini della sessualità femminile: calo della libido, dispareunia, vaginismo, anorgasmia. Dalle risposte, fatto il confronto con un campione di donne non diabetiche della stessa età, abbiamo riscontrato che questi problemi sono molto più frequenti nelle pazienti diabetiche, soprattutto in età fertile.
Quali sono le principali cause di queste disfunzioni?
Noi abbiamo studiato soprattutto diabetiche di tipo 2, nelle quali al diabete si associano patologie organiche che influiscono in maniera diretta o indiretta sulla dinamica neurovascolare generale e in particolare su quella sessuale; per esempio, insufficienza vascolare da macro e microangiopatie del circolo clitorideo vulvo-vaginale e compromissione neurologica periferica motoria e sensitiva dell’apparato genitale femminile. Inoltre, nelle donne diabetiche le alterazioni del microambiente vaginale derivanti da scompenso metabolico comportano una particolare predisposizione alle infezioni e soprattutto alle micosi, perché l’iperglicemia di per sé abbassa le difese organiche e contemporaneamente la glicosuria elevata fa da vero terreno di cultura per tutti i germi e specialmente per i funghi.
E’ stato difficile superare la riluttanza delle pazienti a parlare di questi temi?
Eravamo convinti che ci sarebbero state reticenze di fronte a queste tematiche e infatti inizialmente abbiamo incontrato qualche ostacolo: una certa perplessità di fronte al tipo di domande poste dal questionario. Ma poi, grazie anche alla capacità di comunicazione del team diabetologico (è importante la presenza di una donna!) siamo riusciti non solo a sbloccare queste persone, ma anzi a creare un effetto passaparola, nel senso che queste pazienti sono state un trait-union tra noi e altre diabetiche, venute poi spontaneamente a riferirci sulle loro problematiche. Questo studio è servito a far parlare le donne e a dare così un contributo all’abbattimento di quei tabù che in campo sessuale purtroppo esistono da sempre. In realtà, le persone, al di là di ogni canone socio-culturale, religioso, etico, sentono profondamente il bisogno di parlare di questi problemi, che rendono più difficile la vita influenzando non soltanto la salute fisica, ma anche l’ equilibrio psicoemotivo.
Quali sono le possibili soluzioni per questi disturbi?
Innanzitutto, la diagnosi. Spesso il problema si può risolvere con un semplice colloquio e relativi consigli. E’ fondamentale curare bene il diabete, perché, nelle femmine come nei maschi, la durata della malattia e il cattivo compenso glicometabolico peggiorano tali problematiche. Peraltro, il diabete di tipo 2 si associa spesso a sindrome metabolica, cioè a ipertensione arteriosa, dislipidemia e obesità viscerale, che concorrono alla cattiva funzionalità sessuale, perché causano danno vascolare e riducono i livelli di testosterone e di altri ormoni influenzanti la sessualità femminile. Occorre fare attenzione ai farmaci diuretici e alfa e betabloccanti con cui si cura l’ipertensione arteriosa per gli effetti collaterali negativi sul desiderio e sull’orgasmo; spesso sono indispensabili, ma possono essere sostituiti con altri farmaci. Anche l’alcol a dosi non moderate, nicotina e altre sostanze di abuso aggravano l’apatia e il disinteresse sessuale; evitarli è un principio che vale per tutti e a maggior ragione per i diabetici.
Quanto pesa il lato psicologico?
L’uomo è certamente più soggetto al blocco psicologico da ansia da prestazione, ma anche nella donna questo aspetto non va trascurato.
Esistono rimedi farmacologici per la donna simili a quelli recentemente scoperti per la disfunzione erettile maschile?
Come è accaduto per i maschi con inibitori della fosfodiesterasi-5 e prostaglandine, anche per le donne si stanno sperimentando farmaci similari, presupponendo l’analogia tra gli organi genitali maschili e femminili (il clitoride si può considerare un organo maschile in miniatura).
Si può dire che questo studio ha contribuito ad aprire nuovi orizzonti su una tematica finora sottovalutata?
Sì. In tema di diabete e sessualità femminile, direi che la diabetologia sta facendo da battistrada anche per altre branche specialistiche interessate a tali problematiche.