Aggiornamento
Il tipo 2 è meno frequente nelle donne
Le “quote rosa” del diabete
In uno studio condotto presso il Karolinska Institute di Stoccolma sono stati valutati, con un carico orale di glucosio, 2383 uomini e 3329 donne che non avevano un diabete diagnosticato, in un primo periodo compreso fra il 1992 ed il 1994. I risultati dello studio indicarono una prevalenza di diabete fra gli uomini del 2,1% e dell’1,3% fra le donne, con un eccesso, nel sesso maschile, di 1,6 volte.
La stessa popolazione è stata rivalutata con la stessa metodologia fra il 2003 e il 2004. Questa volta, la prevalenza del diabete fra gli uomini è stata del 4,2% contro l’1,7% delle donne, confermando così i risultati precedenti, sia pure con un aumento per entrambi i sessi dovuto alla maggiore età.
L’interesse dello studio risiede anche nella osservazione che l’insorgenza della menopausa nella donna non altera questo rapporto di prevalenza del diabete di tipo 2 fra i due sessi. Infatti, nel periodo intercorrente fra la prima e la seconda valutazione, malgrado che la percentuale delle donne in menopausa fosse cresciuta dal 16 al 38%, il numero di nuovi casi di diabete diagnosticato nel periodo intervallare, è rimasto nettamente superiore per gli uomini (3,5%) rispetto alle donne (1,4%).
Anche se le donne appaiono privilegiate rispetto agli uomini per quanto concerne la possibilità di sviluppare il diabete di tipo 2, lo stesso non può dirsi per gli esiti della patologia che appaiono egualmente deleteri in entrambi i sessi. Questa conclusione deriva dallo studio Zodiac, condotto in Olanda con l’intento di confrontare la mortalità di 1145 diabetici rispetto a quella della popolazione generale. Dallo studio è emerso che il rischio di mortalità per tutte le cause nei diabetici, rispetto alla popolazione generale, è superiore di 2,15 volte fra le donne e di 1,75 volte fra gli uomini, senza che peraltro vi sia una differenza significativa fra i valori riscontrati nei due sessi. I principali fattori di rischio per la maggiore mortalità sono apparsi, per entrambi i sessi, l’età e la presenza di complicanze macrovascolari. Si può perciò affermare che, per quanto le donne abbiano un vantaggio di sopravvivenza rispetto agli uomini, il diabete di tipo 2, una volta insorto, ha le medesime conseguenze sul paziente, indipendentemente dal sesso.
(P.B.)